(La Nuova Sardegna)
CAGLIARI. Il Pd ha fatto quadrato subito attorno all’assessore alla Salute Luigi Arru, messo sotto accusa da parte della maggioranza per le vaccinazioni obbligatorie contro la Lingua blu. A scendere in campo è lo stato maggiore del partito dopo che a caldo era stato il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, a dichiarare irricevibile ogni richiesta di revocare la delega all’assessore. A nome del Pd è stato il segretario regionale Renato Soru a rinnovare fiducia e stima a Luigi Arru. «Per il suo prezioso impegno – è scritto in un comunicato – nell’aver avviato il riordino del sistema sanitario e la grande sensibilità dimostrata nei confronti nelle condizioni di persone che vivono nel disagio e nella sofferenza, ma in questo caso anche per l’attenzione dimostrata nel contrasto della Lingua blu e nell’eradicazione della peste suina». Non è molto diverso il comunicato che è stato diffuso dal senatore del Pd Silvio Lai. «Non c’è nessuno – ha scritto – che onestamente possa non riconoscere i risultati ottenuti dall’assessorato alla Salute nella battaglia contro la Lingua blu grazie a un passo deciso e molto diverso rispetto ai precedenti anni buii». Secondo Lai, è significativo che «ad aprile il commissariamento della Sardegna per non aver debellato la peste suina era cosa fatta, ma non è avvenuta dopo l’impegno dimostrato e la credibilità riconquistata dalla Regione con il Governo e l’Europa». Sulla Linga blu è ancora Lai a scrivere che «la nuova campagna di eradicazione è stata avviata con un vaccino che non provoca aborti nelel pecore e neanche incide sulla produzione del latte». La conclusione del comunicato del senatore è invece più politica: «Di fronte a questi dati oggettivi bene ha fatto il presidente Pigliaru a difendere l’operato della propria Giunta e a riportare, con autorevolezza, serenità e rispetto all’interno della coalizione». Alla fine ha replicato alle accuse anche lo stesso assessore Arru: «Per quanto riguarda la Lingua blu, nel 2014 ci sono stati appena otto focolai contro gli oltre cinquemila del 2013 e sono morte solo quattordici pecore contro le 114mila dell’anno precedente. Non a caso dopo questi risultati, l’Europa ha finanziato uk 50 per cento dei costi della vaccinazione».