(alguer.it)
CAGLIARI – In discussione in Regione la possibilità di modificare e migliorare la legge regionale 23 giugno 1998, n. 18 (Nuove norme per l’esercizio dell’agriturismo e del turismo rurale) introdotte con la legge regionale 19 gennaio 2010, n. 1. Pur con il lodevole obiettivo di promuovere il consumo di prodotti sardi presso le aziende agrituristiche, infatti, si riscontrano diverse criticità se non dei veri e propri ostacoli alla operatività delle stesse norme. Primo firmatario della proposta di legge licenziata dalla competente commissione è il consigliere regionale del Partito democratico Luigi Lotto.
Perché legiferare su agriturismo e multi-funzionalità?
«Perché l’agriturismo, come ogni altra forma di multifunzionalità, consente all’agricoltore quella integrazione di reddito essenziale per il rilancio del settore agricolo».
Qual è la situazione attuale?
«Diciamo che è caratterizzata dall’albo dei fornitori, che ha creato molti problemi agli operatori agrituristici senza promuovere i prodotti sardi, e dalla assenza di qualsiasi obbligo di utilizzazione di produzioni aziendali nella somministrazione dei pasti, è per questo che abbiamo avviato una revisione della legislazione in vigore».
Quali i punti qualificanti della legge approvata dalla commissione
«La proposta approvata dalla commissione agricoltura, in sostanza, elimina l’albo dei fornitori, introduce l’obbligo di somministrare prodotti aziendali in misura non inferiore al 35% e prodotti sardi nella misura minima dell’80%, reintroduce il limite massimo dei coperti per pasto giornalieri e aumenta del 25% i posti letto».
Sulla manipolazione dei prodotti ci sono novità?
«Si, con le nuove norme si agevola l’operatore notevolmente nella macellazione e trattamento delle carni e nella trasformazione dei prodotti aziendali».
Cambierà qualcosa? E’ possibile migliorare ulteriormente il testo nel passaggio in aula
«Ci stiamo già lavorando: Credo che sia opportuno slegare il numero dei posti letto dalla dimensione aziendale (eliminare quindi il riferimento ai 10 ha) posto che una piccola superficie a colture intensive può produrre molto di più di una azienda di grande estensione ma estensiva.
Credo anche che la somministrazione di prodotti aziendali in misura non inferiore 35% non debba essere tassativo; se uno scegliesse di andare oltre il 50% potrebbe essere premiato con un maggiore numero dei coperti per pasto, allo stesso tempo tale percentuale potrebbe scendere al 20% nel caso di somministrazione di pasti ai soli ospiti aziendali per il pernottamento».
Quindi una proposta ancora migliorabile?
«Certo, l’obiettivo deve essere quello di promuovere l’agriturismo dando risposte coerenti a tutti gli agricoltori. Bisogna tener conto che l’attività agricola è e deve restare l’attività principale e prevalente, ogni agricoltore deve trovare nella legge la possibilità di poter modellare la attività agrituristica alle proprie esigenze e all’indirizzo produttivo aziendale».