Di Giusi Marrosu
“La piazza è del popolo” era lo slogan della manifestazione del PD, ieri a Roma. Il popolo del PD c’era, festante, allegro e con le bandiere al vento, determinato a raccogliere le sfide politiche, economiche e sociali che la contemporaneità non smette di dispensare.
Anche il Partito Democratico della Sardegna ha voluto esserci con una rappresentanza arrivata in aereo da Cagliari e da Olbia. Ma non è quel viaggio a segnare la nostra voglia di partecipazione, seppure é stata una bella occasione per rivedere tante persone, é quella piazza, le facce, la musica, i racconti dal palco e il segretario Matteo Renzi.
Chi ama definirsi di sinistra, ieri si é perso la migliore piazza di sinistra degli ultimi anni: c’era la musica scandita da ritmi differenti come la Taranta di Antonio Staglianò, l’etno jazz e la musica popolare, “Sebben che siamo donne” e “Bella Ciao” trasformate in un canto collettivo che ha scaldato il cuore, i cantori e musicisti di Amatrice e l’Orchestra di Piazza Vittorio. Sotto il sole di Roma ogni tanto si levava una voce “Matteo, Matteo!”, mentre chiacchiera e applaude Gianni Cuperlo, perchè è bello che sia venuto sentendosi parte di una comunitá. La sindaca di Lampedusa Giusy Nicolini parla di immigrazione e di accoglienza, della sua isola che diventa un esempio in Italia e in Europa: “Oggi a Lampedusa, un posto di cinquemila persone, abbiamo 838 ospiti: donne, bambini, ustionati, donne incinte e minori non accompagnati. Questo Lampedusa lo fa da vent’anni, ma oggi non lo facciamo più da soli, ci sono con noi la Sicilia, la Puglia e la Sardegna”. Il sindaco di Milano Beppe Sala che dice: “La sinistra deve stare insieme non solo perchè uniti si vince, ma anche perchè nei momenti difficili, come sui migranti, se hai tutti dietro sei più forte”. Francesco Bocciardo, 22 anni, campione paralimpico, medaglia d’oro nel nuoto 400 metri stile libero a Rio 2016, laureando in scienze politiche con una tesi sulla riforma costituzionale afferma: “Sport e disabilità molto spesso sono due mondi distanti, anche se non dovrebbero esserlo” e “voto sì perchè questa é una riforma giusta, é una riforma che serve, perché é importante andare oltre il bicameralismo perfetto che molto spesso fa sì che il procedimento legislativo sia troppo lento, le riforme non passano e noi veniamo sanzionati dall’Unione Europea”. Tra i nomi meno noti il vice sindaco di Arquata del Tronto Michele Franchi che ringrazia il Governo per la scelta di Vasco Errani: “E’ sempre presente. É uno di noi”. Roberta Gilardi, che grazie alla legge sulle unioni civili ha potuto sposare la compagna; Stefano Arcuri, marito di Paola Clemente, morta nel luglio del 2015 a seguito delle terribili condizioni di lavoro a cui è sottoposta nelle campagne di Andria. Qui il tema è il caporalato e la legge che finalmente fa uscire il nostro Paese dal Medioevo lavorativo. Tante altre voci della società civile raccontano storie di impresa, di cinema, di scuola, di ricerca e di eccellenza, storie di un’Italia che ha saputo superare ostacoli e difficoltà e che sa di potercela fare.
Infine, il segretario Matteo Renzi, che saluta le democratiche e i democratici, sale sul palco ed esordisce dicendo “Questa è la piazza del popolo e non dei populismi”. Invita il nostro partito a uscire dal Paese virtuale per andare ad abbracciare il Paese reale: “Quanto è bello tornare ad abbracciarsi in piazza” e poi sfiora le questioni interne del PD per lanciare un paio di messaggi: “Sull’Italicum non abbiamo aperto, ma spalancato le finestre e il nostro destino non é litigare al nostro interno ma cambiare l’Italia”. Un destino impegnativo che la piazza fa proprio con un boato di apprezzamento, fra mani che applaudono e bandiere che si levano per aria, stessa reazione quando dice “Chi sceglie NO vuole riportare indietro l’Italia”. E poi l’immigrazione e l’Europa, si dice colpito dal fatto che non sente le voci degli altri partiti: “Io avrei voluto sentire anche la voce delle opposizioni per dire a Orban giù le mani dalle discussioni italiane” e poi ancora: “Noi non accetteremo di inserire il fiscale compact nei trattati dell’UE”. Tanti i passaggi salienti, un Renzi a tutto tondo, da D’Alema a Grillo per dire che il vero partito della nazione è quello che vota NO. C’é tempo anche per una battuta all’indirizzo della sindaca di Roma Virginia Raggi, riferita al frigogate, scherza: “Mi raccomando, nessuno si permetta di abbandonare i frigoriferi in piazza”.
Sono quasi le 18.00 e si sta per chiudere una giornata impegnativa e molto emozionante, con il segretario abbracciato dalla nostra gente.
La giornata ci lascia sguardi lunghi da proiettare oltre la siepe e un presente come base per costruire il futuro, la piazza che, per una volta, non é incarognita e non si gira indietro a guardare il passato per dire quanto era bello il passato, ma dice “siamo un grande partito della storia di oggi”.
La canzone di chiusura è “Peolple Have The Power” di Party Smith che ad un certo punto dice: We can turn the world around, noi possiamo rivoltare il mondo. Ecco, molto dipende da noi e siccome il PD, come ha dimostrato ieri, é una forza vitale, progressista, moderna e civile, ha il dovere di cambiare il mondo.