I laici ed i cattolici progressisti scendano in piazza il 23. Per l’Italia. Nella storia che ha scandito i nostri tempi ed i tempi del cattolicesimo, la gerarchia della Chiesa Cattolica non è stata spesso capace di essere adeguata a ben interpretare il fulcro del Nuovo Testamento. E per citare il teologo e filosofo Vito Mancuso, “Lo si vede anche oggi, quando ancora non è capace di essere all’altezza del suo compito di stare a fianco di ogni persona per farla fiorire. Oggi non è capace di essere a fianco delle persone omosessuali che chiedono pari dignità, in passato non è stata capace di essere al fianco delle donne, e prima ancora dei lavoratori, e prima ancora degli schiavi. Lungo la sua storia, la Chiesa gerarchica è stata spesso contro le affermazioni della libertà. “ Dopo un prudente entusiasmo per quelle potenti parole pronunciate da Papa Francesco “chi sono io per giudicare un gay”, ecco sciogliersi come neve al sole quel filo di speranza per una Chiesa più capace di aprire il cuore per saper esser “…a fianco di ogni persona per farla fiorire” in quel preciso istante in cui il Presidente della CEI Mons. Bagnasco, richiama il “popolo di Dio” a partecipare al family day del Circo Massimo. Ovviamente non risponderò a quel richiamo pur sentendomi a pieno appartenere a quel popolo. A questo punto la domanda è: le braccia del cattolicesimo si stanno aprendo o chiudendo davanti alle persone LGBT ? O forse è più la bocca ad essere perennemente aperta? C’è forse Cristo ad ispirare le urla, intrise di bugie, odio e derisione, anche dei politici cattolici italiani, contro il riconoscimento delle coppie omosessuali? Io penso di no. Io penso di no, perché conosco e vivo tutti i giorni una gran parte di quella comunità cattolica che non parteciperà al family day e che più spesso, ho visto sfilare lungo il corteo del Pride, con la propria famiglia ed i propri bambini. C’è una comunità cattolica, anche tra i parlamentari di questo Paese, che ci fanno raccontare non solo di braccia che si serrano per odiare ma anche braccia che si spalancano per abbracciare. Il cattolicesimo non è un blocco monolitico e ha tante paia di braccia quanti sono i suoi fedeli. Inevitabile che convivano esperienze così diverse e spesso contraddittorie. Il Partito Democratico della Sardegna ha votato un ordine del giorno di pieno sostegno al ddl Cirinnà su Unioni Civili e Stepchild adoption. Ora però è importante che tutti i cattolici progressisti del pd scendano in Piazza il 23 per difendere l’orgoglio di essere un partito che voglia cambiare, in meglio, la vita di tante persone, in quello che potrebbe essere un momento storico. E’ importante che tutti questi cattolici scendano in piazza esprimendo quelle “…braccia che si spalancano per abbracciare”. In queste settimane si sta giocando una partita che per tante persone, per certi versi, è la partita della vita; di una vita in cui per gran parte, in tanti sono rimasti all’ombra; all’ombra della solitudine, all’ombra del disagio, della frustrazione in una società dove ammettere di essere gay avrebbe significato essere dei malati, indefiniti, mezzi uomini e mezze donne, disturbati; una società dove ancora, padri di ”famiglie tradizionali”, accolgono il coming out del proprio figlio inviando sms del tenore di ”devi morire”. Un paese dove, costantemente e acriticamente, ti vengono attribuite patenti di genitorialità. I laici ed i cattolici del PD scendano in piazza il 23 per rivendicare il diritto di tutti a poter autodeterminare il proprio progetto di vita familiare senza che questo cambi nulla ai progetti di vita altrui. Per rivendicare il dovere alla tutela dei propri figli. Rivendicare di poter passeggiare per strada e di poter liberamente scambiare un gesto di affetto con la propria o il proprio compagno senza che questo turbi la sensibilità altrui (perché quando un gesto d’affetto turba qualcuno, il problema è il suo, non il nostro); o peggio, senza che questo autorizzi nessuno ad insulti o aggressioni. Rivendicare il diritto a che nelle scuole si spieghi ai bambini che l’amore è variegato e che qualunque forma di amore non va discriminata; E’ una battaglia in favore della diversità delle famiglie di questo Paese, è una battaglia laica, di civiltà e per me, anche Cristiana. Non possiamo macchiarci della colpa di non essere stati capaci ed utili fino in fondo, in un momento cosi decisivo, nel contribuire a che si riconoscano gli stessi diritti a tutti i bambini figli di questo Paese.
Gianluigi Piras