Lo scorso fine settimana, 6 – 7 Febbraio, a Roma ha preso il via la tanto attesa scuola di formazione politica del PD. 370 giovani under 35 provenienti da tutta Italia, si sono mossi verso la capitale, spinti dalla passione politica. La Sardegna non poteva mancare, e ha risposto all’appello, con un corposo gruppo di compagni e compagne, che omogeneamente rappresentano tutti i territori dell’isola. Classe Democratica, cosi la ha voluta intitolare Matteo Renzi, si prefigge il compito di formare la nuova classe dirigente del Partito Democratico che verrà, e per questo è partito dalla formazione, con ingenti investimenti, e noi tutti gliene siamo grati. Sulla stessa lunghezza d’onda il PD Sardegna, la quale ha avviato scuola democratica, che mira a formare giovani politici, che siano in grado di rappresentare con competenza la nuova classe dirigente del partito. Appena arrivati alla sede dell’Hotel che ospita questa Kermesse ci rendiamo subito conto della serietà dell’evento, telecamere e giornalisti ovunque, mista al grande entusiasmo che sin dalla stazione termini si respirava nell’aria per diventare sempre più forte e inebriante una volta arrivati alla sede. Le lezioni, che hanno una modalità frontale seguite poi dal dibattito, iniziano con un sorridente e sempre verde Walter Veltroni, che ha incentrato il suo intervento sulla passione politica, la responsabilità e la lungimiranza che contraddistingue un politico da un tecnico, il tutto guidato dall’etica che in grado di consegnare a ognuno di noi autorità politica e morale, strumento attraverso il cui si può cambiare il mondo, nel rispetto del rapporto tra velocità e profondità, per non rischiare di essere troppo superficiali, in un mondo veloce, social e iper-connesso come quello in cui viviamo. Un intervento, quello del compagno Walter, che ha suscitato in tutti i partecipanti una calorosa standing ovation. Segue l’intervento Gianni Cuperlo, dove sin da subito si nota la sua estrema esperienza e preparazione politica, ci ha parlato della eguaglianza tra popoli e persone e il bisogno di diminuire la forbice della diversità economica, e avere un’ideologia per vivere come visione del mondo e coscienza politica. A Cuperlo,segue l’intervento di Pier Carlo Padoan, Ministro dell’economia, un intervento sicuramente molto meno denso di carica politica e decisamente più tecnico, dove in maniera abbastanza chiara ha spiegato l’economia come scienza sociale, accompagnato da una serie di slide volte a facilitare la compressione. Chiude la prima giornata di lezioni, Pierluigi Castagnetti, un intervento molto interessante basato sulla natura e sulla costituzione del PD avvenuta nel 2007 attraverso un accordo tra cattolici, laici e comunisti. La politica va ripensata, dopo i venti anni di berlusconismo, è ormai diventata uno spettacolo e un bene di consumo, e come tale subisce le stesse regole. La rete infatti, è ormai diventata un metodo non per guardare la politica ma per fare politica, riorganizzando in maniera profonda il partito e la propria rappresentanza, riconoscendo alle nuove generazioni l’intelligenza e la responsabilità di ripensare e riorganizzare la forma partito, trovando una forma associativa alle formazioni laterali al partito, con la quale si collabora, costruendo un’identità unitaria. La prima giornata, si chiude con il party di benvenuto sulla terrazza del Nazareno, semplicemente fantastico. Un’ottimo modo per approfondire le conoscenze avvenute durante la giornata. Dopo poche ore di sonno, ma con tanto entusiasmo, si riprende con la seconda giornata, che inizia con un illuminate intervento del Prof. Melloni, importante storico, che dopo una breve introduzione della storia d’Italia, passando per il fascismo ed il nazismo, ci ha parlato di politiche ecclesiastiche, passando dal periodo del Ruinismo, sino ad arrivare a Papa Bergoglio e la sua vicinanza ai poveri, la prospettiva di guardare il mondo dalla base della piramide rivolto verso l’apice. Iniziando a indicare una via di cambiamento all’interno della chiesa. Segue poi un appassionato intervento di Livia Turco, ex ministro, che ha parlato di welfare e sociale, come politiche del futuro, volte all’ascolto e alla condivisione dei problemi delle persone, e dell’importanza dei corpi intermedi di rilevanza sociale, come associazioni e sindacati. I limiti del welfare sono il fatto che ha da sempre privilegiato la previdenza e la assistenza sociale, tralasciando le politiche dell’infanzia, le famiglie e i disabili, con una sanità, che seppur sia una delle migliori, si è da sempre concentrata sulla clinica e poco sull’assistenza all’utente. I pilastri del welfare, come politica del futuro, si possono essenzialmente racchiudere in tre G: – GIOVANI. Intesi come lavoro e formazione. – GENERE. Uguaglianza tra uomo e donna. – GENTI. Costruire convivenze comunitarie e integrate tra persone e popoli diversi. Chiude la giornata, un brillante e applaudissimo, Matteo Renzi, segretario Nazionale del PD, vero mago della comunicazione. Il suo è stato un invito al coraggio, a mettere da parte la paura e vecchie logiche e prendere il futuro a piene mani, a studiare, formarsi e confrontarsi. Dai partecipanti è emerso il bisogno di organizzare anche dei tavoli tecnici tematici, affianchi si possa avere un dialogo e un confronto concreto, approfondire ragionamenti che portino poi a riflessioni politiche, utili a rafforzare e migliorare il gruppo e i singoli individui. un impeti che dia davvero un forte impatto generazionale al Partito Democratico. Perché essere di sinistra significa anticipare il futuro, e noi lo stiamo facendo.
Gianluca Chelo – Sassari.