(sardiniapost)
“La vertenza Entrate non è chiusa. Ma adesso, almeno, sappiamo quando lo Stato ci deve rispetto a quel pregresso calcolato in un miliardo e 200 milioni”. Renato Soru è l’ultimo a intervenire, prima che la parola passi al presidente Francesco Pigliaru. Parla per mezz’ora, il segretario del Pd ed europarlamentare, mettendo la materia finanziaria al centro del suo discorso. E il tema è caro all’ex governatore che ne fece un cavallo di battaglia nel suo mandato da capo della Giunta, con Pigliaru assessore alla Programmazione.
“Il focus sulla vertenza Entrate – osserva Soru – è importante perché non si può dire ai cittadini di aver risolto tutto e poi, la volta dopo, si afferma che non ci sono soldi. Ma grazie a questa giornata, abbiamo chiarito la questione: rispetto al pregresso, ci sono stati dati 300 milioni. Su altrettanti, invece, stiamo trattando, mentre 680 milioni sono finiti in accantonamenti (cioè risorse che Roma trattiene alle Regioni per risanare il debito pubblico)”. Nel passaggio successivo c’è una critica a Renzi: “Io dico che lo Stato ci ha preso troppi soldi, non ci dobbiamo distrarre più. Anche gli 80 euro, sebbene qualcuno abbia fatto una bella figura, alla fine li abbiamo pagati noi incassando un minor gettito di Irpef”.
A Sanluri la vertenza Entrate ha occupato la scena fin dalla mattina, quando nei tavoli tematici a porte chiuse proprio Soru ha attribuito all’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, un atteggiamento di “supponenza” per aver chiuso l’accordo sul pareggio di bilancio – e conseguente cancellazione dei vincoli di spesa . “senza concertare” la decisione. Paci ha risposto tirando fuori le tabelle finanziarie dell’intesa col governo Renzi. Soru ha ripreso il tema nell’intervento della serata, con una sottolineatura: “La questione non è importante perché ci sia un assessore piuttosto che un altro, le entrate servono a prescindere, da esse dipende la programmazione”.
La questione della vertenza finanziaria è stata però ignorata da Pigliaru nel discorso conclusivo. E la cosa non è sfiuggita. Ma non è diventata un nuovo casus belli. Dall’entourgare del governatore si è chiarito che il presidente non ha menzionato la partita delle entrate perché condivide il fatto che non sia chiusa. E anzi: i 300 milioni ottenuti dalla Giunta sono solo un’anticipazione di un conteggio che va ancora definito e potrebbe essere superiore al miliardo e 200 milioni di cui ha parlato Soru.
In questo senso un’indicazione è emersa pure nel tavolo tematico di questa mattina. Giulio Calvisi, il relatore ex deputato, ha plaudito all’azione di Pigliaru e di Paci “nel rivendicare, come mai era successo prima, il pregresso su Ires, giochi e assicurazioni”. Ma dal gruppo ristretto è arrivato anche l’invito a “riconteggiare le somme dovute da Roma e trovare nuovi spazi finanziari”.
Sullo sfondo del conclave, uno strappo interno al Pd, con Franco Sabatini, Dem della minoranza, che ha snobbato l’appuntamento di Sanluri in disaccordo con la scelta di non far coordinare i tavoli tematici ai presidenti delle commissioni consiliari. Sono stati i partiti a scegliere di volta in volta il relatore. Quindi: il Pd ha indicato GiuseppeFrau e Mauro Coni per la Sanità e i Trasporti, di cui sono i responsabili regionali. Dem anche Dolores Lai, che ha guidato i lavori su Pubblica istruzione e Cultura, e Chicco Porcu designato all’Ambiente e all’Energia. Per l’Agricoltura, Marco Piras, mentre il presidente dell’Anci, Pier Sandro Scano, ha coordinato il tavolo su Enti locali e Riforme. Al lavoro e Welfare c’era invece il senatore vendoliano Luciano Uras.
Come da scaletta, prima di Soru e Pigliaru a Sanluri sono intervenuti i segretari dei partiti, “gli organizzatori” del conclave, ha ricordato l’eurodeputato. Con accenti diversi è stata ribadita la necessità di “cambiare passo”, ma tutti hanno condiviso “l’importanza del conclave”, considerato “un passaggio utile e necessario”.