Da Schulz a Tajani, il Parlamento Europeo svolta a destra.

Il 2017 è un anno ricco di interessanti sfide elettorali, dalla Francia alla Germania e molto probabilmente anche l’Italia. Tra queste in pochi avrebbero annoverato l’elezione del presidente del Parlamento Europeo, considerata una procedura burocratica di poco conto destinata a non riservare grandi soprese. La giornata del 17 gennaio si è rivelata invece ricca di colpi di scena, una sorta di lotta all’ultima all’alleanza che ha portato  Antonio Tajani, membro del Partito Popolare Europeo (PPE),alla vittoria.
La breve campagna elettorale ha visto sfidarsi sei candidati appartenenti ai maggiori partiti europei, tra i quali, oltre a Tajani, spiccava il nome di un altro italiano Gianni Pittella capogruppo dei Socialisti e Democratici (S&D), considerato l’avversario più temibile del PPE. Di particolare rilevo vi era anche la candidatura del leader dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE), Guy Verhofstadt, il quale ha strategicamente ritirato la propria candidatura facendo confluire i voti del suo partito verso il candidato del PPE. Così al quarto turno di votazioni, il risultato è stato favorevole per Tajani che viene eletto presidente del parlamento con 351 voti, seguito da Pittella con 282.
La guida di una delle più importanti istituzioni europee svolta a destra, dopo un mandato di due anni e mezzo del carismatico esponente dei S&D, Martin Schulz che si prepara a tornare in Germania per sfidare la Merkel alle prossime elezioni di ottobre.
Tajani è il secondo italiano, dopo Emilio Colombo, al vertice del parlamento europeo, il primo da quando nel 1979 il parlamento viene eletto dai cittadini.
Veterano dell’emiciclo Strasburgo (fu eletto la prima volta nel 1994), fu tra i fondatori di Forza Italia, è un membro storico del PPE per il quale ha ricoperto la carica di vice presidente. Il 63enne è stato inoltre commissario europeo per i trasporti e per l’industria, ha fatto parte della Convenzione Europea che si incaricò di redigere il testo della Costituzione Europea che però non entrò mai in vigore. Nel suo manifesto programmatico, Tajani proponeva di operare principalmente per il rafforzamento della politica di sicurezza dell’UE, promuovendo la creazione di organo unico di difesa. Tra gli altri punti cardine del suo programma vertono le tematiche economiche, la sostenibilità ambientale e il rafforzamento dell’Unione.
Nei momenti che hanno seguito la sua elezione, Tajani ha subito dichiarato di voler lavorare per far crescere l’Europa e per rendere il parlamento un’istituzione ancora più forte. Il neoeletto Presidente avrà un ruolo fondamentale viste le sfide che si prospettano per  l’Unione, una su tutte la Brexit e i negoziati per l’uscita del Regno Unito. Il 2017 sarà un anno cruciale per l’Europa e Tajani, assieme agli altri rappresentati europei avranno un ruolo chiave nel scrivere il suo destino.

Sara Perredda

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