Caro presidente Francesco Pigliaru
Ti scrivo il primo dell’anno perchè nel riepilogare i fatti e le intenzioni di quello passato un tema in particolare emerge tra tutti alla mia attenzione, e vorrei condividere con Te e con tutti una breve riflessione in merito.
Parlo della Scuola in Sardegna.
Credo che la Tua presenza alla guida dell’Isola costituisca un’occasione straordinaria per una rivoluzionaria svolta: nuove politiche dell’istruzione, dell’educazione, della formazione, della ricerca.
Intanto vorrei che la Scuola in Sardegna divenisse Scuola Sarda, cioè un potente strumento di liberazione e di rinascita che la Sardegna costruisce per sè, integrando e potenziando l’offerta statale di base.
Poi che costruissimo quella nuova Scuola avendo bene a mente quali siano le condizioni reali dell’offerta formativa ed educativa nei territori: ci sono paesi nei quali ragazzi della Scuola secondaria sono ancora privi dei basilari strumenti per comprendere un testo; che non hanno mai svolto un componimento in italiano; che non hanno i rudimenti dell’aritmetica.
La situazione non è grave solo per ciò che si vede della Scuola, la sua componente fisica.
È la componente umana e spirituale, metodologica, ad essere debole e fragile, inadeguata, inefficace.
Abbiamo dato alla Sardegna un governo di sofisticata e prestigiosa competenza perchè vogliamo aumentare la competitività, migliorare i nostri parametri generali, generare lo sviluppo; ma il nostro primo obiettivo è quello di una Sardegna terra di cittadini liberi, innanzitutto grazie alla loro capacità di capire il mondo e di affrontarlo.
Sono confortato dalla Tua presenza e dal Tuo impegno, insieme all’assessore Claudia Firino e all’intera Giunta in questo campo; sono altresì preoccupato per lo stato di grande difficoltà nel quale versa la Scuola, e, nella Scuola, i nostri giovani e i loro insegnanti, coloro che ci lavorano e i genitori.
Volevo dirti che sarò con Te insieme a tanti in Consiglio regionale e in Sardegna, in un lavoro coraggioso e straordinario per la Scuola, che sono fiducioso e preoccupato, e che dobbiamo chiamare a raccolta ciascuno dei nostri cittadini sul tema.
È una lettera di auguri, di timori, di speranza e per darTi e darmi coraggio.
Buon Anno