“Un dibattito sereno, imprevedibile, leale”: con questi tre aggettivi Renato Soru ha tirato le somme della Direzione regionale del Partito Democratico a Oristano per sottolineare il metodo di un confronto ampio e senza schemi precostituiti, che ha caratterizzato la riflessione sui diversi aspetti della finanziaria e sul dimensionamento scolastico.
Temi sui quali pur nella differenza di accenti e di sensibilità è prevalsa la volontà di trovare una sintesi, nel reciproco riconoscimento dei ruoli fra parte istituzionale e parte politica. Anzi con un invito esplicito, fatto dal Segretario del PD al Presidente della Regione, ad una partecipazione più attiva nella vita e nei momenti di confronto del partito.
Nell’ambito del dimensionamento scolastico, Soru ha confermato la sua posizione ponendo l’accento sulla preoccupazione per lo spopolamento delle aree interne: “Non riesco a darmi per vinto davanti a quest’idea di una Sardegna che smobilita, che si spopola, che rinuncia ad abitare il suo interno. Continuo a credere che si possa vivere nei piccoli paesi, lavorare lì e lì far crescere i propri figli. Credo che quest’idea di Sardegna debba rimanere al centro dei nostri ragionamenti anche quando sembra più facile fare il contrario”. In questo ragionamento entra a pieno titolo la strategia sulla scuola, uno dei temi prioritari portati avanti dalla coalizione di centro sinistra in campagna elettorale: “Vogliamo avere un’idea precisa di scuola, un’idea precisa di istruzione: perché sia evidente che noi investiamo in questo settore, perché abbiamo ben presente che la dispersione scolastica è un cancro e che c’è una correlazione diretta fra disoccupazione e grado di istruzione conseguito. Per questo”, ha poi ribadito il Segretario “Dobbiamo essere coerenti e puntare sulla scuola per crescere”.
Passando al secondo punto in discussione Soru ha riportato l’attenzione sul nodo della vertenza entrate “Abbiamo portato a casa una vittoria piena quando abbiamo ottenuto la riscrittura dell’art. 8 dello Statuto, attraverso una legge che dal 2007 al 2009 ci ha portato mezzo miliardo di euro in più all’anno. Quella legge ha resistito ed è ancora lì. E’ da lì che bisogna ripartire, laddove colpevolmente chi doveva applicarla e farla entrare a regime negli anni scorsi non lo ha fatto”. Il Segretario del Pd ha poi espresso la necessità di avere numeri chiari sulle entrate per il 2015 ma anche per le annualità precedenti , chiamando in causa i consiglieri regionali e suggerendo di allargare le rivendicazioni della Regione anche alla partita dei 600 milioni non ancora riconosciuti su voci come i giochi e l’Ires . “Piuttosto che indebitarci avremmo potuto forse dare la precedenza all’ottenimento di quelle risorse. Deve anche cessare subito l’ambiguità sugli accantonamenti, che oggi somigliano più a prelievi forzosi”.
Il Segretario PD ha poi dedicato un passaggio alla strategia di spesa dei fondi iscritti nel bilancio della Finanziaria, nell’ambito di un ragionamento più ampio sul ripristino del Fondo per i comuni, preferito al metodo del bando a sportello : “Il Fondo Unico è giusto, perché è si basa su regole certe che scongiurano il rischio della discrezionalità: aiuta un poco tutti, in modo omogeneo, su una base di diritti certi”. Ancora: “Quei soldi che lo stato ci deve possono servire per i comuni della Sardegna. Io voglio rappresentare un partito che si fida dei sindaci della Sardegna”.
Il presidente della Regione Pigliaru ha preso la parola subito dopo il Segretario, ripartendo dal nodo dello spopolamento nell’isola: “Non possiamo ignorare un processo che è in atto ed è sotto i nostri occhi. Questo processo ci obbliga a ragionare in un’ottica territoriale, scommettendo su una visione di sistema in cui le esigenze dei singoli comuni trovino la propria armonizzazione dentro una sfida di comunità più ampia”. Pigliaru ha poi difeso le ragioni del mutuo da 700 milioni di euro inserito nella manovra finanziaria del governo regionale: “Credo che abbiamo fatto la cosa giusta. Quando c’è una crisi, che è crisi di domanda e di liquidità, bisogna mettere a correre i soldi, supplendo alla contrazione del mercato privato. Quel mutuo serve per irrobustire la nostra capacità di fare investimenti . Abbiamo anche premuto per superare il vincolo di spesa e passare al pareggio di bilancio, in modo da poter spendere tutte le nostre entrate, ed abbiamo ottenuto l’anticipazione di 300 milioni di euro sul totale che rappresenta il nostro credito nei confronti dello Stato. Credito che non è in discussione”, ha precisato Pigliaru “Sono soldi che entrano immediatamente nel circuito dell’economia perché vanno a pagare i residui”.
Sul Fondo Unico Pigliaru si è detto dubbioso, ma ha anche precisato la necessità di continuare a confrontarsi su questo tema. “La sfida”, ha concluso il Presidente della Regione, “è spendere bene e in fretta per fare cose che restano: trasporti, mitigazione del rischio idrogeologico, sistema idrico”.