Sull’andamento della spesa sanitaria in Sardegna possiamo prendere in considerazione diverse serie storiche, ma tutte ci raccontano di una spesa in crescita fino al 2004, che ritorna in equilibrio di bilancio col governo di centro sinistra ed infine esplode con Cappellacci, che nel 2009 abbandona il piano di rientro fino ad allora centrato con successo dall’assessore Dirindin.
Se consideriamo la differenza fra la spesa corrente e il fabbisogno standard integrato dai finanziamenti annuali straordinari dello Stato, osserviamo per il 2007 un disavanzo di 64 milioni di euro, che scende a 44 milioni nel 2008, ultimo anno di gestione della passata legislatura di centro sinistra. Il disavanzo risale quando alla Regione arriva Cappellacci: 135 milioni nel 2010, 154 nel 2011, 370 nel 2012 fino a 365 milioni nel 2013.
Lo stesso andamento si riscontra nelle serie ufficiali del Ministero dell’Economia, che La Nuova Sardegna ha riportato ieri in un suo articolo. Per il 2007 viene riferito un disavanzo di 115 milioni, mentre per il 2008 la cifra ammonta 180 milioni, tenuto conto però che la chiusura di bilancio di quest’ultima annualità fu fatta, a metà 2009, dal subentrante esecutivo Cappellacci, che ha avuto buon gioco ad appesantire i conti del 2008 a tutto vantaggio di quelli dell’anno successivo. Occorre a questo proposito sottolineare che le verifiche ministeriali del 2007 e del 2008 relative al monitoraggio del Piano di rientro predisposto dall’Assessore Dirindin ebbero entrambe parere favorevole. Non così si può dire dell’ultima verifica del novembre 2009: i ministeri della Salute e del Mef avevano valutato i provvedimenti adottati dal subentrante assessore Liori non sufficienti a soddisfare gli impegni connessi alla verifica annuale 2008, sospendendo in parte l’erogazione delle risorse.
Nel 2013- ultimo anno di gestione della giunta Cappellacci- il disavanzo certificato dal Ministero ammonta a 384 milioni. E’ evidente che c’è una bella differenza tra i 115 milioni del 2007 rispetto ai quasi 400 milioni di disavanzo a fine gestione della giunta Cappellacci.
Anche a voler fare una media delle annualità 2007 e 2008, otterremo la cifra di 145 milioni: siamo distanti di circa 240 milioni rispetto ai risultati dell’ultimo anno di esercizio del centro destra.
E’ a questo disastro che oggi il Presidente Pigliaru deve rimediare, perché quei 240 milioni in più di disavanzo rispetto all’ammontare del 2008 rappresentano un’enorme cifra che andrà finanziata con la riduzione graduale degli sprechi, ma purtroppo anche con misure più dolorose.
E’ a questo disastro che oggi il Presidente Pigliaru deve rimediare, perché quei 240 milioni in più di disavanzo rispetto all’ammontare del 2008 rappresentano un’enorme cifra che andrà finanziata con la riduzione graduale degli sprechi, ma purtroppo anche con misure più dolorose.
Ridurre le spese non è altrettanto facile che aumentarle indebitamente. E’ ben più difficile fare scelte improntate al rigore che comprendono anche il rispetto e l’approvazione di nuove regole. Regole che la passata giunta di centro sinistra seppe darsi, approvando per la prima volta dopo 25 anni il Piano Sanitario Regionale e quello per la nuova rete ospedaliera. Quest’ultima venne cassata dal Tar, per un vizio di forma che ben si sarebbe potuto sanare in sede di Commissione ma che l’esecutivo Cappellacci si guardò bene dal correggere, così come dall’approvare qualsiasi nuova regola riguardante la gestione o l’assetto della sanità nella nostra regione.
La Giunta Pigliaru oggi si trova a colmare questo lungo vuoto. Il centro sinistra oggi come ieri sta facendo ogni sforzo per mantenere i conti in ordine salvaguardando il bene primario della salute. Per restituire ai sardi un sistema sanitario più efficiente e più equo, colmando le inadempienze di un centro destra irresponsabile e mai abbastanza avvezzo all’ammissione dei suoi errori.
Renato Soru, segretario Pd Sardegna