(L’Unione Sarda)
ALES. Tutti concordi. In Sardegna serve una riforma degli enti locali. La strada giusta sono le Unioni dei Comuni. Ma ad Ales, nel corso del convegno organizzato sul tema dalla federazione provinciale del Partito democratico, i mal di pancia non sono mancati. Soprattutto dei sindaci che hanno difeso gli enti locali e suggerito alla Regione correttivi sul disegno di legge. Riunione a porte aperte, vissuta dalla segreteria provinciale come uno sgambetto. Solo uno dei due assessori regionali ha mantenuto l’impegno assunto: ad Ales è arrivato l’assessore agli affari generali Gian Mario Demuro, assente il collega agli enti locali, Cristiano Erriu. «Come forza progressista dobbiamo dire la nostra sulla riforma», ha esordito il segretario provinciale Alessio Mandis. Riforma difesa da Matteo Muntoni, capo di gabinetto dell’assessore Erriu: Unioni obbligatorie, seppur contestate. «Un errore aver ridotto in Finanziaria dal 9 al 3 la percentuale del fondo unico per le Unioni», ha detto il sindaco di Mogoro Sandro Broccia. «Ci sono funzioni difficili da gestire in tanti Comuni, lasciateci le convenzioni», ha chiesto Lino Zedda, primo cittadino di Baradili, Comune più piccolo dell’isola. Le conclusioni dell’assessore Demuro: «Va riformata anche la Regione. Basta assessorati concepiti come silos verticali, che non interagiscono. Ma basta anche a servizi gestiti male e con costi elevati. Sono pronto a sostenere la riforma e a tutelare la democrazia degli enti locali».