(portotorres24)
SASSARI – La Direzione Provinciale del Partito Democratico riunitasi lunedì ricorda il segretario provinciale Giampiero Cordedda, ha preso in esame la Riforma degli Enti Locali presentata dall’assessore Erriu «anche alla luce del dibattito e delle opinioni recentemente espresse sulla proposta di legge dalle forze politiche e dalle rappresentanze sociali». La Direzione Provinciale ha ribadito la condivisione dell’impianto della riforma proposta e dei principi sui quali si muoverà il progetto di riordino delle autonomie locali: Semplificazione amministrativa, riduzione degli enti di governo, centralità e rafforzamento dei comuni, incentivazione alla unione e collaborazione tra piccoli comuni, individuazione di enti intermedi per il governo di materie sovra comunali.
In particolare la Direzione Provinciale ha confermato «la necessita che il superamento dell’attuale assetto delle Province imponga comunque la necessità di un Ente Intermedio titolare di funzioni di rappresentanza territoriale, di gestione di servizi sovra comunali e di programmazione di area vasta». In questa ottica ritiene che sussistano «tutte le ragioni politiche, amministrative e giuridiche per chiedere al alla Giunta e al Consiglio Regionale che la riforma in discussione preveda l’istituzione di una Città metropolitana per il Nord Sardegna che comprenda il tutto il territorio della vecchia provincia di Sassari – compresa la Gallura».
«La legge statale n. 46 del 2014, nota come “legge Delrio”, istituisce nove città metropolitane nei territori di altrettante province preesistenti. Si tratta di ambiti importanti per dimensione demografica, estensione territoriale, vocazioni produttive, dotazioni infrastrutturali. In base alla legge non è necessario che l’ambito della Città metropolitana sia un tessuto urbano continuo. L’importante è che corrisponda al territorio di una provincia preesistente. È perciò un modello altamente flessibile, che può contenere realtà urbane, sociali, produttive molto diverse tra loro. Ad esempio, considerando il dato della popolazione complessiva residente, si oscilla dai 4 milioni di abitanti di Roma e Milano ai soli 550.000 di Reggio Calabria, passando da Napoli (3 milioni), Torino (più di 2 milioni ), Firenze e Bari (più di 1 milione), Bologna, Genova e Venezia (meno di un milione). Così pure, quanto a frammentazione municipalistica, si passa dai 315 Comuni di Torino ai 42 di Bari. Quanto a superficie territoriale, si va dai quasi 7000 km di Torino ai soli 1.171 Km di Napoli, con tassi di densità della popolazione profondamente diversi. Insomma, si è voluto costruire un ente sostitutivo delle Province in quelle zone del Paese nelle quali – per una serie consistente di ragioni – non pare possibile ed utile eliminare un ente intermedio dotato di poteri e funzioni con riferimento alla gestione dei problemi di area vasta».
«Per quanto riguarda la Sardegna la stessa legge in armonia con lo Statuto Speciale Sardo lascia che sia il Consiglio Regionale a istituire le Città metropolitane rispettando il vincolo della corrispondenza tra territorio della istituenda Città metropolitana e territorio di una preesistente provincia. Il Nord-Sardegna, coincidente con l’ambito della provincia storica di Sassari e comprendente non solo il Sassarese ma anche la Gallura, può legittimamente aspirare a diventare l’altra Città metropolitana sarda. I requisiti non mancano. Nel territorio del Nord-Sardegna sono localizzati tre porti (due dei quali registrano il più alto numero di passeggeri annui); inoltre vi sono due aeroporti (con un volume complessivo di passeggeri che è il più alto in Sardegna); è sede di una delle due università sarde, nonché della Camera di commercio, del Tribunale e di una Corte d’Appello. Sotto il profilo demografico è la seconda area più popolosa della Sardegna. Sono attivi diversi distretti industriali. La Direzione Provinciale del PD ritiene che l’istituzione di una Città metropolitana per il Capo di Sopra risponda all’esigenza di un sensibile riequilibrio istituzionale, economico, sociale e politico tra le diverse aree dell’Isola. Occorre a tal fine un disegno di riforma, che non concentri risorse e opportunità in una sola direzione, ma che preveda uno sviluppo armonico delle diverse articolazioni territoriali della Sardegna. Per queste ragioni la Sardegna ha bisogno di almeno due Città metropolitane, in corrispondenza delle due aree più popolose, produttive e infrastrutturate».