“Nella città di Quartu Sant’Elena, la “Festa de L’Unità” muove i suoi primi passi agli inizi degli anni ’60, anni in cui la domenica mattina si andava a distribuire il quotidiano del Partito direttamente nelle case dei militanti, facendo cosi’ un’operazione capillare di proselitismo, e fin da subito si caratterizza per essere motivo di incontro e di riflessione politica; con il trascorre degli anni, la Festa diviene anche momento di convivialità e di svago. Risente inevitabilmente, ed in senso positivo, della crescita di consensi elettorali che l’allora PCI era andato maturando fra la fine degli anni ’60 e la prima metà degli anni ’70, fino a divenire, anche a Quartu, un irrinunciabile appuntamento politico non solo riservato a militanti ed iscritti, ma anche a cittadini che guardavano con sempre maggior attenzione alle proposte politiche che il partito di Berlinguer andava elaborando.
Non sarebbe possibile, comunque, fare un sia pur brevissimo cenno storico sulla Festa senza che questa venga inserita in un contesto politico più ampio, e senza che si apra un breve ragionamento su quelle che, svariati anni fa, venivano definite le “feste di partito”, le quali vedevano protagonisti i maggiori partiti politici italiani fino ai primi anni ’90 del secolo scorso.
La “Festa de L’Unità”, al pari di altre, quali ad esempio quelle de “L’Avanti!”, de “L’Amicizia”, etc., era lo specchio fedele di un modo autentico, genuino di fare politica, i cui gli elementi fondanti erano riconducibili ad un forte senso di appartenenza al proprio partito, ad un altissimo senso civico che si declinava in impegno politico volontario e quasi quotidiano, scevro da parossistici personalismi, e da un grande senso della militanza: era il primato della politica sobria e lontana da inopportuni clamori; era il primato della politica che sceglieva cosa fare e da quale parte della società stare; era il primato della politica che non si concedeva a promiscue alleanze politiche.
La piazza IV Novembre, piazza dal forte connotato popolare, era il “luogo storico” per lo svolgersi della “Festa de L’Unità” a Quartu; anche se va detto che, negli anni, con il sempre maggiore sviluppo urbanistico che la Città andava assumendo, la Festa divenne itinerante: i quartieri di Santo Stefano, di Pitz’e Serra ed il litorale di Flumini divennero teatro per lo svolgersi di giorni di dibattiti e musica, di momenti di approfondimento politico e di svago.
All’interno del PCI cittadino prima e del PDS poi, si venne a creare un vero e proprio “Comitato”, ovvero un nucleo di compagni che curavano annualmente tutti gli aspetti organizzativi della Festa stessa; all’interno del Comitato veniva poi eletto un presidente ed un tesoriere. Erano gli anni, per intenderci, in cui si progettava la Festa per l’anno successivo il giorno dopo aver approvato il consuntivo relativo a quello dell’anno appena concluso! Era una macchina ben rodata, possiamo ben dirlo!
La Sinistra Giovanile nel PDS, quelli che forse in un modo un po’ troppo sbrigativo venivano relegati ad essere esclusivamente “i giovani del partito”, alla metà degli anni ’90, diede anch’essa il proprio contributo alla realizzazione della Festa. Era consuetudine, infatti, che la manifestazione, che mediamente aveva una durata di cinque o sei giorni, si sostenesse economicamente, oltre che con avanzi di amministrazione precedenti e con il contributo volontario di colore che venivano eletti nelle Istituzioni e qualche sporadica sponsorizzazione, soprattutto attraverso la raccolta fondi effettuata con il metodo del porta a porta: una sorta di fund raising, ma carico di partecipazione popolare e di umanità; pure l’andare casa per casa era un modo per manifestare la vicinanza di un partito politico ai propri concittadini… anche verso coloro i quali davano un contributo di appena 1000 lire, che poi era il taglio minimo dei biglietti presente nei carnet con i quali si effettuava la raccolta! E la Sinistra Giovanile non si sottrasse al compito di reperire fondi fra i cittadini. Non solo: non si diventava dirigenti di partito se prima se si era fatta, come si suol dire, un po di gavetta, ovvero se non si era contribuito a raccogliere fondi e non si erano fatti “lavori di corvée” in cucina per il ristorante della Festa, non si era andati ad affiggere manifesti elettorali (con annessa la ritualistica della preparazione della colla per affissioni) e non si erano macinati chilometri per fare volantinaggio.
L’ultima “Festa de L’Unità” che si svolse a Quartu fu nel 1998. Quartu, comunque diede il proprio contributo alla realizzazione della “Festa de L’Unità” provinciale dei DS, che si svolse nel settembre del 2002 presso la Fiera Campionaria di Cagliari, quella, per intenderci, in cui si tenne un memorabile concerto degli Inti Illimani! In quell’occasione ponemmo a disposizione un po’ del nostro materiale: gazebo, sistemi di amplificazione acustica e… pentolame vario!
Al giorno d’oggi, non è forse possibile fare un parallellismo con le feste di tanti anni fa, e forse non sarebbe neppure intellettualmente corretto guardare ad esse con sentimenti di pura e mitizzante nostalgia. Certo è che negli ultimi anni, molti di noi, che ora militiamo nel Partito Democratico, ci siamo lasciati erroneamente persuadere della bontà del cosiddetto “partito leggero”, inserito in una società “liquida e globalizzata”, tralasciando e dimenticando quanta importanza potesse invece avere la militanza partitica, quella stessa militanza che permetteva poi, materialmente, di realizzare una festa con spirito volontaristico: alcun tweet mattutino potrà mai sostituire il generoso impegno politico di un iscritto al partito!
Per quanto ci riguarda, a Quartu, continueremo ad impegnarci per ridare valore politico ed etico al senso di appartenenza a quella grande ed importante comunità di donne e di uomini che è il Partito Democratico, e a far rivivere, in un futuro prossimo, la “Festa de L’Unità” anche nella nostra Città.”