La Festa de l’Unità è la denominazione che assumono i festival organizzati periodicamente in numerosi comuni d’Italia dal Partito Comunista Italiano, dal Partito Democratico della Sinistra, dai Democratici di Sinistra e dal Partito Democratico.
Originariamente le feste erano organizzate dal PCI per finanziare l’organo ufficiale di stampa l’Unità. La prima di queste feste venne allestita il 2 settembre 1945 e viene chiamata Grande scampagnata de l’Unità. Con il passare degli anni il sistema delle Feste de l’Unità si è diffuso su tutto il territorio italiano ed è diventato una delle principali fonti di autofinanziamento del partito, soprattutto per quanto riguarda le feste locali a cura delle sezioni. Dalla nascita del Partito Democratico si è cambiato il nome della Festa de l’Unità (nazionale) in Festa Democratica. A livello provinciale e locale alcune feste mantengono la denominazione tradizionale di Festa de l’Unità, altre hanno adottato nuove denominazioni come Festa del Partito Democratico. Dal 2009 le Feste del PD assumono la denominazione di Festa Democratica ed un proprio logo di riconoscimento. Nel giugno 2014 su proposta del suo segretario nazionale Matteo Renzi il Partito Democratico ha sancito il ritorno alla tradizionale denominazione di Festa de l’Unità.
” Il 2 Settembre 1945 nelle brughiere ad Ovest dell’abitato di Mariano si tiene la prima festa del quotidiano comunista “l’Unità”. L’idea di una festa legata al giornale di partito venne dagli esuli che l’anno prima avevano partecipato a Parigi alla festa de “L’Humanitè”, l’organo del Partito Comunista Francese. Milano è semidistrutta dalle bombe e pertanto si deve trasferire l’iniziativa in una zona periferica e la scelta cade su Mariano Comense, dove dal 1944 si erano insediate alcune ditte sfollate dal capoluogo lombardo e fra queste la Breda, dove si contavano molti simpatizzanti comunisti. Dai giornali dell’epoca si apprende che alla festa, definita “Grande scampagnata de l’Unità”, partecipano migliaia di lavoratori accompagnati dai famigliari, giunti in paese con ogni mezzo di trasporto, dalla bicicletta ai treni delle F.N.M., dalla motocicletta ai camion, alcuni erano giunti in paese la sera di sabato per concorrere ai lavori di preparazione.
I muri del paese sono tappezzati da manifesti, firmati dal sindaco dr. Giovanni Del Curto, che salutano i partecipanti alla festa. Con l’apporto dei simpatizzanti delle sezioni dei paesi circonvicini e anche di lontane località lombarde e venete nella brughiera sorge un villaggio con casette di legno allineate lungo corridoi, per l’occasione denominati con i nomi di storici esponenti: via Gramsci, via Lenin, via Fronte della Gioventù, piazza Garibaldi, ecc. Si somministrano generi alimentari e vino; alcune sezioni vendono libri, giornali e bandiere. Il programma prevede un raduno ciclistico, corse podistiche, musiche e balli, spettacolo teatrale per i bambini, incontri di pugilato, tiri a segno, alberi della cuccagna, corse nei sacchi, lotterie e una tombolata, con modesti premi, considerato che la guerra era terminata da poco! Intervengono alcuni fra i più importanti esponenti del partito, fra cui Amendola, Sereni, Moscatelli; Giancarlo Pajetta e Luigi Longo pronunciano i discorsi finali. Sulla tribuna è presente anche un cappellano della formazione partigiana che al termine della manifestazione rivolgerà un caloroso saluto alla folla Volontari della Libertà”