“L’Europa non è un ristorante alla carta dove si sceglie cosa si vuole prendere, in Europa o prendi tutto o non prendi niente, ti prendi i diritti ma ti prendi anche i doveri, prendi gli aiuti ma prendi anche gli impegni, se stai in Europa ti comporti da europeo” Così il segretario regionale del Pd Renato Soru rispondendo ad una domanda durante il dibattito della festa de L’Unità a Guspini sabato 5 settembre. Ai microfoni della festa 6 giovani moderati da Carmina Conte, hanno posto delle domande al segretario regionale sul tema della festa: l’Europa senza confini. Percorso affrontato durante la giornata anche con l’allestimento lungo Via Santa Maria di alcuni stand dedicati alle nazionalità presenti a Guspini, ben 27, con la possibilità, nel pomeriggio, per i numerosi visitatori presenti, di assaggiare piatti tipici e conoscerne meglio le tradizioni straniere. Inoltre è stato possibile riviere la storia dello storico quotidiano fondato da Gramsci con l’esposizione delle prime pagine che hanno raccontato la storia italiana e internazionale nel ‘900. Durante la serata un pensiero alle famiglie del territorio che hanno subito danni a causa della tromba d’aria di venerdì: “A loro va il nostro pensiero e la nostra solidarietà, la Regione si è già attivata e queste famiglie riusciranno ad andare avanti anche grazie alla forza del territorio” ha detto Soru.
Alle 19 il dibattito curato dai Giovani Democratici ha posto al centro questioni di stretta attualità all’attenzione segretario regionale che ha esordito parlando del suo pensiero sull’immigrazione: “Basta questa passeggiata a Guspini per farci capire come sia possibile, anche in un territorio che vive numerose difficoltà, avere 27 diverse nazionalità non semplicemente integrate, ma incluse nella comunità di cui fanno parte e questo è il miglior modo per onorare e rispettare l’uguaglianza e la solidarietà che la nostra Costituzione sanciscono sin dai primi articoli”. I fatti di cronaca delle ultime settimane raccontano del filo spinato in Ungheria e di una politica di respingimenti che disattende il diritto principale di ogni uomo: quello alla vita, alla salvezza. “Io non ho simpatia per il rigore tedesco ma finalmente anche i Germania hanno detto: non li contiamo ma gli accogliamo, questo il modo di stare in Europa e di restare umani”. Nelle ultime 2 settimane sono arrivati in Sardegna 2000 migranti salvati dalle acque del Mediterraneo, con la volontà di ricongiungersi ai propri cari nel centro e nord Europa, anche se alcuni di loro potrebbero rimanere nell’Isola, alla luce di questo, Fares, nato in Sardegna da genitori giordani, si interroga su quali ulteriori azioni possono essere utili per sostenere l’integrazione nei nostri comuni. “Dobbiamo riscoprire il senso della comunità, dello stare insieme, dove la modernità non è sbarrarsi dentro casa con la tv accesa, bisogna ritrovare quel modo di stare insieme che ha caratterizzato la nostra infanzia ricordandoci che 2 cose uguali non fanno energia, la natura si muove sulla differenza ed è capace di sconfiggere la paura” ha concluso il segretario regionale. Marian, romeno, da 11 anni a Guspini, affonda nel problema andando alle radici, al razzismo diffuso. “Questo fenomeno, nato dalle guerre, dalla povertà, dalla disperazione, capita in un momento brutto per la Sardegna e per l’Italia, capita nel pieno della crisi, dove il nostro sud in questi anni si è impoverito più della Grecia, ma se non possiamo decidere cosa deve capitare possiamo decidere di essere buoni, il primo modo per esserlo è quello di fare cose buone piuttosto che pensare di passare con la ruspa sui diritti degli altri- ha detto Soru- quando vediamo queste persone in difficoltà, come è successo per i ragazzi eritrei in piazza Matteotti a Cagliari, c’è chi vede un fastidio, un problema perchè sono accampati in un luogo pubblico, non sanno dove mangiare, dove lavarsi, non hanno un bagno, poi ci siamo noi che vediamo persone che scappano da un vita tragica, in balia della disperazione, con la volontà di ripartire al più presto e con il bisogno di un po d’aiuto”.
Infine, prima dell’abbraccio con i numerosi presenti, Renato Soru, nel rispondere alla domanda su come la politica può essere ancora attrattiva e stimolante per i giovani ha ricordato che spesso sono gli stessi politici ad essere la causa della disaffezione: “Spetta a noi essere esempi positivi con le nostre azioni e il nostro comportamento, ma ci si lamenta perchè non si fa mai nulla- ha concluso Soru- iniziate a fare qualcosa nel vostro piccolo e ricordatevi che non c’è nulla di troppo piccolo da non essere importante”
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