CAGLIARI, 7 GENNAIO 2015 – L’Unione Europea promuove il duro lavoro della Giunta Pigliaru che, con una corsa contro il tempo, è riuscita a recuperare 180 milioni di euro di fondi europei FESR da spendere obbligatoriamente nel 2014 a causa dei ritardi accumulati nella precedente legislatura, cifra che rischiava di andare perduta, e destinata soprattutto a interventi per ricerca e innovazione (in imprese e Università) e opere pubbliche nei Comuni (riqualificazione urbana ed efficientamento energetico). La rendicontazione complessiva all’interno della programmazione 2007-2013 del fondo FESR si chiude così a fine 2014 con una spesa totale di 963 milioni. Per il 2015 restano da spendere ancora 397 milioni di euro.
OTTIMO RISULTATO – “È un risultato importantissimo e non affatto scontato, dovuto a un lavoro costante e alla grande collaborazione fra tutte le strutture della Regione con il coordinamento dell’Autorità di gestione del programma, Gianluca Cadeddu. Si tratta della cifra più alta in un singolo anno mai raggiunta nella spesa dei fondi europei al netto delle operazioni di ingegneria finanziaria – dice l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci – In aggiunta, grazie ad una continua interlocuzione con gli uffici di Bruxelles siamo riusciti a sbloccare le procedure di pagamento dei fondi che l’Unione europea aveva bloccato dal 2013 e così entro i primi tre mesi dell’anno arriveranno dall’Europa in Sardegna ben 318 milioni di euro – 285 milioni di fondi Fesr compresi gli arretrati 2013 e 33 di fondi Fse – soldi che utilizzeremo per pagare i residui passivi, cioè debiti e impegni di spesa dell’amministrazione regionale con enti locali, imprese, associazioni e cittadini”.
IL PROGRAMMA – La dotazione finanziaria dell’intero programma è pari a 1.361.343.530 euro: al 31 dicembre 2014 la Sardegna ha speso 963.985.436 euro (erano 784.838.891 il 31 dicembre 2013, a cui vanno appunto aggiunti i 179.146.545 spesi quest’anno). Per centrare l’obiettivo di utilizzare tutta la dotazione finanziaria dell’intero programma e recuperare così il ritardo accumulato negli anni passati, nel 2015 si dovranno spendere ancora 397.358.093 euro. Impresa non facile, sottolinea il vicepresidente della Regione. “C’è sicuramente molta strada da fare perciò stiamo mettendo in campo ogni strumento possibile per riuscire nell’impresa, che non è affatto semplice – assicura Paci – Ci saranno convenzioni con società esterne per agevolare il controllo dei pagamenti itineranti nei Comuni, procedure straordinarie come il bando multifunzione e un rigoroso monitoraggio mensile dell’organizzazione regionale interna per tenerne sotto controllo l’attività cercando di limitare al massimo i ritardi”.
I PROGETTI – Fra i progetti più importanti e strategici all’interno del programma ci sono: robot chirurgici multidisciplinari per gli ospedali della Sardegna, tessera e fascicolo sanitario elettronico, laboratori altamente specializzati per il superamento del divario digitale nelle Università di Cagliari e Sassari, progetti per la scuola digitale, centri di aggregazione sociale in vari comuni della Sardegna. Molti i progetti in campo energetico: impianti fotovoltaici per le imprese, impianti solari integrati per gli ospedali, sostituzione di impianti di illuminazione pubblica in quasi tutti i comuni della Sardegna. E ancora: messa in sicurezza delle zone costiere, aggiornamento e completamento del SIRA (Sistema informativo regionale ambientale), bonifica dall’amianto, ecocentri, interventi migliorativi e di valorizzazione dei musei (percorsi multimediali, ammodernamento tecnologico), riqualificazione urbana nei centri storici, infrastrutture stradali, Metro di Cagliari, piste ciclabili, aiuti per start up innovative.
BATTAGLIA STORICA – Quella sui fondi europei è, per l’assessore Paci, una battaglia che la Sardegna non può permettersi di perdere. Tanto importante da aver, per la prima volta, utilizzato la programmazione integrata (fondi europei 2014-2020, nazionali e regionali) nella manovra finanziaria per il 2015, con la precisa indicazione di spendere prima di tutto i fondi europei e solo dopo, dimostrato che non è possibile utilizzarli, passare a quelli nazionali e regionali. “Dobbiamo rafforzare la nostra capacità istituzionale anche in vista delle nuove sfide, a cominciare proprio dalla spesa dei fondi ancora ingenti della vecchia programmazione, ereditati con forti ritardi. E poi, appena approvata la finanziaria che segna una svolta nell’approccio con i fondi europei, dobbiamo subito iniziare a spendere le nuove risorse fortemente integrate con le risorse regionali nell’ottica della programmazione unitaria. L’ho già detto e lo ribadisco – conclude il titolare del Bilancio – perdere soldi in un momento di crisi devastante come questo sarebbe inaccettabile”.