Formazione politica: l’esperienza di Classedem nel racconto di Cristiana Ferru

 “A chi vorrebbe disegnare la politica come una cosa sporca,

noi rispondiamo con le vostre facce pulite.

A chi ci insulta, rispondiamo con i vostri sorrisi.

A chi pensa che i partiti siano finiti, rispondiamo con la vostra,

 la nostra capacità di saper essere una grande comunità.”

Francesco Bonifazi

 

 

Lo scorso weekend si è conclusa la prima edizione di classe democratica, la scuola nazionale di formazione politica organizzata dal Partito Democratico cui ho avuto l’onore di far parte insieme ad altri circa 370 ragazzi provenienti da tutta Italia. Una sorta di “Frattocchie 2.0” , come l’ha definita Andrea De Maria, il responsabile alla Formazione politica nella segreteria del PD.  Tutti gli organismi del partito hanno lavorato tantissimo per poterla realizzare, compreso il premier Matteo Renzi che, nonostante i suoi impegni di governo all’estero, non è mai mancato a nessuno dei cinque appuntamenti.

Con i ragazzi di Classedem abbiamo condiviso tante emozioni, ma soprattutto progetti e speranze per il nostro futuro. Ci siamo più volte posti la domanda sul nostro ruolo di giovani e su cosa possiamo fare per essere in grado di attuare una politica innovativa che sia in grado di anticipare le sfide del nostro futuro e intercettare il cambiamento. È emersa la voglia di mettere in campo il nostro capitale umano acquisito durante i nostri percorsi accademici e di vita, sia in patria che all’estero.

A Classedem hanno partecipato la generazione Erasmus, quelli che l’Italia la vogliono cambiare davvero, quelli che si indignano quando leggono che la corruzione in ambito sanitario ci costa 6 MILIARDI DI EURO l’anno, ma hanno partecipato altresì quelli che la criminalità organizzata la vogliono combattere e quelli che non considerano il partito come uno strumento di effimera ambizione personale.  Noi di Classedem siamo quelli che credono che sia finita l’era della politica di professione e chiediamo ai nostri rappresentanti di sanare l’emorragia della disoccupazione, consci del fatto che una politica che non è in grado di creare nuovi posti di lavoro è una politica fallimentare!

Ma Classedem non è stato solo questo.

Classedem è stata anche l’occasione per prendere in mano il microfono e  ricordare ai nostri rappresentanti di rispettare gli impegni presi  con i cittadini e in particolar modo con alcune categorie di lavoratori che ora si  ritrovano inserite all’interno di un programma di sostegno sociale statale.

Nel tavolo tematico, cui ho partecipato durante l’ultimo appuntamento di Classedem, si è discusso di welfare e di quali riforme sociali il nostro governo potrebbe avviare per allestire un assetto economico-normativo che valorizzi lo status di ogni singolo individuo.

Ricorderò sempre con affetto i ragazzi siculi che hanno più volte urlato quanto sia difficile per loro svolgere attività politica all’interno di rapporti di forza, di ricatti morali e di logiche mafiose in cui è difficile farsi spazio. Sentire le loro voci mi ha riportato  indietro nel tempo. Ogni volta che sento la parola mafia è impossibile che la mia mente non ricordi la mia cara compaesana Emanuela Loi e la diffusa sofferenza di quelle terribili stragi in cui hanno perso la vita tante persone innocenti.  Avevo solo cinque anni quando Emanuela ha perso la vita nella strage di via D’Amelio. Noi giovani non dobbiamo lasciare spazio all’annidarsi di forme di potere OPPRESSIVO anonimamente diffuse.

Inoltre, si è più volte affrontato il tema delle primarie, ovvero dei meccanismi di scelta delle candidature interne al partito per ricoprire cariche elettive. Primarie che, sebbene costituiscano una modalità incisiva di partecipazione politica, meritano di essere non solo difese, bensì riviste e perfezionate al fine di renderle più praticabili e trasparentemente più competitive per la base elettorale.

Altrettanto importante è stato il focus sulla comunicazione di massa e sull’utilizzo dei nuovi media elettronici che si è tenuto nel penultimo appuntamento di Classedem insieme a Claudio Velardi e Simona Ercolani. Abbiamo parlato di story telling, di bias, di disintermediazione, di hub e cosi via. Inoltre si è discusso sull’utilizzo dei nuovi social media e di quanto la rapidità e il diffondersi delle informazioni possano generare degli effetti negativi con reazioni talvolta prive di spessore e di  valutazione critica nell’opinione pubblica. Infatti, è risaputo che nei canali social la voglia di presenziare e sentenziare è alta, “ma bisogna farlo con cautela”, come hanno più volte sostenuto i diversi relatori, altrimenti basta un click per generare reazioni pericolose.  A Classedem, ci hanno insegnato alcune tecniche di “incorniciamento” delle notizie da parte di alcuni giornali nazionali ed è stato divertente analizzare come alcuni giornali creano le immagini e  trasmettono le informazioni.  Per coloro che non lo sapessero la tecnica dell’incorniciamento, il cd. framing, serve per influenzare l’attribuzione dei significati che il lettore conferisce alle parole o alle frasi, in maniera tale da incoraggiare delle interpretazioni a scapito di altre. Per questo motivo non è semplice avere una opinione pubblica consapevole e non condizionata.

Non sono mancati degli interventi da parte di alcuni relatori che hanno parlato principalmente dell’azione di governo e della loro esperienza personale nelle istituzioni.

Con i ragazzi di classe democratica abbiamo parlato degli ostacoli che talvolta incontriamo all’interno dei nostri circoli territoriali, ci siamo confrontati sui temi salienti di rilevanza nazionale, interrogati in che modo conservare la nostra libertà intellettuale e di giudizio militando lealmente nel partito, ci siamo scambiati idee e visioni di futuro e non sono mancati momenti in cui abbiamo riso e scherzato tra di noi.  Insomma, abbiamo imparato tanto non solo ascoltando i singoli relatori ma anche dalle molteplici relazioni che abbiamo creato con gli altri ragazzi della scuola.

Mi auguro che tanti giovani sardi possano partecipare alla prossima edizione di Classedem e che in questi mesi si crei una squadra di lavoro per realizzare una scuola di formazione politica anche a livello regionale affinchè classedem non rimanga una esperienza personale ma diventi un patrimonio condiviso.  Sono certa che nella nostra isola ci siano tanti ragazzi che hanno sete di sapere e hanno voglia di mettersi in gioco.

Il mondo non si contempla, il mondo si cambia.

Siamo pronti per cambiarlo tutti insieme?

 

Cristiana Ferru

 

http://www.partitodemocratico.it/generale/classe-democratica-la-consegna-dei-diplomi/ 

 

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