I deputati del Pd sardo presentano la mozione sulla vertenza Sardegna

Una mozione per affrontare radicalmente la vertenza della Sardegna. E’ questo l’obbiettivo dei parlamentari sardi del Partito Democratico che stamane nella sede regionale di Cagliari, in una conferenza stampa, hanno presentato le 9 pagine della mozione nella quale si racconta il triste quadro economico e sociale dell’Isola ma si disegnano anche prospettive di sviluppo.

“E’ un’agenda politica che sottoponiamo al governo nazionale chiedendo non solamente un voto ma un impegno preciso, con scadenze e obbiettivi da raggiungere” ha detto il deputato Romina Mura. Altri 2 documenti sulla vertenza sarda sono stati presentati al senato ma secondo il deputato Siro Marroccu: “Non è questo il momento di personalismi e di rivendicazioni circoscritte, mi auguro che il governo prenda in considerazione la completezza e l’organicità della nostra proposta che contiene tutti gli elementi oggetto di dibattito in questi anni”.

La Sardegna si mostra sempre più povera, con una disoccupazione giovanile allarmante, e in recessione. Nel 2013, il Pil della Sardegna è diminuito del 4,4%, più della media registrata nelle regioni meridionali e insulari. Negli anni della crisi – dal 2007 al 2013 – l’Isola ha perso il 13% del suo prodotto, meno di Basilicata e Molise (-16%) ma più di Abruzzo e Campania (-12%). Sempre nel 2013, in tutto il Sud gli occupati sono diminuiti di circa 280 mila unità (-4,6%): 43 mila erano posti di lavoro sardi (-7,3%). E anche la disoccupazione giovanile, nell’Isola, è risultata ben più alta della media del Mezzogiorno: 54,2% contro il 46,9%. Inoltre Caterina Pes ha ricordato i dati negativi sulla disoccupazione giovanile e sullo spopolamento che sono ricollegate all’assenza di lavoro:”Questa mozione rimette al centro il lavoro e la dignità dei sardi che hanno il diritto di vivere bene nella loro terra”

In questo quadro 3 sono le linee di intervento: la vertenza entrate, non ancora chiusa e in fase di stallo negli anni della giunta Cappellacci; energia e trasporti e il riconoscimento dell’insularità come fattore discriminante per lo sviluppo della Regione. Nella mozione si fa riferimento anche alla crisi industriale sarda, citata dal senatore Emanuele Cani, che sopratutto nel Sulcis ha lasciato un deserto sociale di cui il governo deve farsi carico con politiche attive. A questo è strettamente legato il tema dell’energia segnato dalla mancata metanizzazione e da costi per energia altissimi. Occorre, infatti, ricordare, che la Sardegna è l’unica regione a non utilizzare il metano e che l’energia ha il costo più elevato d’Italia (20-30% per cento in più) in una realtà nazionale in cui l’energia ha già un costo maggiore rispetto al resto d’Europa. Tale gap si risolve in un danno economico valutato, ogni anno, in circa 400 milioni di euro sul bilancio di imprese e famiglie. Secondo il deputato Francesco Sanna “In questa mozione abbiamo connesso uno svantaggio con un vantaggio dell’insularità, ovvero possiamo essere il più grande rifornitore di gas naturale liquido per il traffico marittimo nel Mediterraneo abbattendo cos’ le emissioni di zolfo, lo svantaggio è che il gnl non c’è in Sardegna, quindi dobbiamo attrezzare i nostri porti, prevedere punti di stoccaggio. Ma possiamo prevedere punti frachi per la produzione, migliorare la tecnologia sull’utilizzo delle fonti energetiche ed esportare l’agroalimentare”.

Mozione Sardegna.

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