Di Federico Fara
In questo periodo non si fa altro che parlare di riforma costituzionale, le opinioni più disparate alimentano la discussione ormai più politica che giuridica. Non sono sicuramente un esperto costituzionalista ma mi piace informarmi, entrare nel merito delle cose, assorbire ciò che di positivo e negativo sento e leggo e ancor più mi piace osservare come vengano trasmesse le notizie e come si stia evolvendo questa campagna referendaria.
Difatti noto con moltissimo dispiacere che purtroppo si sta diffondendo sempre più la voglia di offuscare le idee, di sviare gli argomenti e di professare ideologie fantasiose che non hanno nulla a che fare con questa riforma. Leggo e rileggo manifesti del comitato per il NO che neanche si possono definire mal informazione ma che sembrano proprio essere volti a distorcere l’attenzione sui punti principali per portarla su altri temi, sicuramente importantissimi, ma che davvero non hanno connessione con la riforma in sé, con pensieri qualunquisti che limitano la visione generale e che spesso non appartengono a realtà.
La cosa che ancor più mi angoscia è che vedo nella gente un senso di menefreghismo generale, una voglia di affidarsi alla prima frase che gli passa davanti e tenerla come slogan propagandistico senza distinguere ciò che può effettivamente essere preso in considerazione da ciò che invece distorce la realtà. Spesso si dice che siano i giovani a non informarsi abbastanza, che prendano le cose alla leggera ma, in tutto questo, io vedo che sono soprattutto loro ad interessarsi ed entrare nel merito di questa riforma, discutono, organizzano dibattiti e cercano di filtrare le notizie, forse perché cresciuti in un mondo sempre più caratterizzato da un sovraccarico di informazioni, una diversa dall’altra, gli ha portati a sviluppare gli anticorpi adatti a formare un senso più critico. Ma ciò che in realtà mi ha davvero sorpreso è stato notare come nelle generazioni con maggiore esperienza, più di tutte le altre, si sia sviluppata un’avversione, spesso immotivata, verso questa riforma, mossa soprattutto da ragioni politiche, senza mai davvero entrare nel merito, e tutto questo perché la riforma non è stata proposta da personaggi di loro gradimento.
Ripeto, non sono un costituzionalista e non entrerò nel merito della riforma punto per punto, ma credo di poter dare quella che è la mia visione complessiva. Ci tengo molto soprattutto al fatto che si sviluppi sempre più un dialogo costruttivo e valido senza continuare a professare contenuti falsi e di natura populista. Più leggo ciò che scrive il comitato per il no e più mi convinco a votare SI. Non sono ancora riuscito a trovare qualcuno che sia stato in grado di contestare in maniera costruttiva ogni singolo punto della riforma. Ho letto e ascoltato innumerevoli opinioni anche di esponenti di rilievo nazionale ma oltre a smontare (a parer loro) uno o due punti della riforma, di più non hanno saputo fare.
Ho dato il titolo “il Peso della bilancia” perché, come è sempre stato, ci troviamo di fronte ad un bivio, SI o NO, e quando si è di fronte ad un bivio bisogna prendere una decisione ponderata valutando pro e contro, considerandoli proprio come se fossero pesi di una bilancia, e osservando da che lato pende il piatto, stabilire la scelta giusta. Dobbiamo cercare di prendere visione del tutto a due/tre metri di distanza superando le barriere politiche che ci dividono, perché la costituzione è di tutti e non la si deve personificare o collegarla direttamente con un volto. Non ci sarà mai nulla di perfetto, ma se non iniziamo a cambiare le cose tutto resterà fermo e continueremo a lamentarci inutilmente che le cose non vanno.
Pesate le vostre opinioni, le informazioni e soprattutto discutete in maniera costruttiva e con cognizione di causa e prima di dare sentenza abbiate la pazienza di entrare nel merito della riforma, non occorre affidarsi agli slogan politici ma alla nostra capacità di pensare, affinché sia possibile dire che il voto è veramente frutto di una nostra scelta.
Buon Voto