È evidentemente noto a tutti il quadro di gravissima crisi economica e sociale, all’interno del quale si calano attività ed azioni del Consiglio Regionale. Crisi che nella nostra Regione incide in modo ancor più grave che nel resto della Nazione a causa di scelte errate fatte nel corso dei decenni precedenti e della mancata soluzione delle numerose criticità che affliggono la nostra isola e che oggi producono vere e proprie situazioni drammatiche, riguardando tutti i comparti produttivi e producendo livelli di disoccupazione e progressiva drammatica crescita di povertà e marginalità. Questa situazione causa numerose vertenze occupazionali anche di rilievo nazionale (si pensi solo a quelle industriali) che inevitabilmente interessano le attività del Consiglio che, come noto, ha dovuto diverse volte intervenire con interventi di urgenza per tamponare situazioni non altrimenti gestibili (CSL/CESIL, continuità territoriale isole minori, Multiss per la Provincia di Sassari, Fondo Unico degli Enti locali, formazione professionale, lavoratori società partecipate, Carbosulcis, associazioni sportive dilettantistiche).
Tutto questo si inquadra in una situazione generale dove, proprio la crisi, sta comportando a livello nazionale politiche che vanno verso la centralizzazione e si configurano in un attacco al regionalismo con una progressiva sottrazione di poteri e funzioni alle regioni.
Se pure negli attuali provvedimenti governativi non sia immediatamente in discussione l’istituto autonomistico, è di tutta evidenza che esiste un pericolo reale, che peraltro è più volte stato esplicitato nel recente dibattito politico nazionale. E’ chiaro che la difesa della Autonomia sia un valore irrinunciabile per il popolo sardo e che, nonostante le difficoltà esplicitate, debba essere ricercato un nuovo patto con lo Stato che ampli gli ambiti di autonomia a partire dall’esplorazione di quei margini non ancora praticati di esercizio dell’autonomia contenuti nello Statuto Speciale. È in questo complesso quadro che si inserisce l’attività legislativa del Consiglio Regionale.
La XV legislatura si è aperta con gran clamore mediatico e forti polemiche sul tema dei Vitalizi, situazione quasi paradossale visto che proprio il Consiglio Regionale della Sardegna è stato tra i primi ad abolire i vitalizi e i fondi dei gruppi e a tagliare in maniera consistente le indennità dei consiglieri con interventi ultimi nella precedente legislatura, che hanno prodotto una riduzione dei costi complessivi del consiglio dal 2006 al 2014 di oltre 30 milioni di euro (circa 1/3 del bilancio di
previsione).
E proprio al Consiglio regionale sono state rivolte accuse di scarsa trasparenza, e di scarsa produttività. Abbiamo fatto tesoro delle critiche e operato per capire se effettivamente ci fossero e dove, le carenze rilevate ed attivato interventi per correggerle. Posso dire che abbiamo operato da subito per correggere alcuni evidenti limiti avviando un percorso che, come annunciato, vuole avere come obiettivo finale la massima trasparenza, la facilità di accesso alle informazioni e la completezza delle stesse.
Si è operato ad una profonda revisione del sito istituzionale, oggi più intuitivo e completo, si sono attivati sistemi moderni di comunicazione tramite social network (twitter e facebook), abbiamo definito il progetto di un periodico di informazione sulle attività consiliari, scaricabile on-line. La “Casa della Regione” deve aprirsi, avvicinarsi e ritrovare sintonia con il popolo sardo, oltreché facendo ‘buona politica’, che è l’unica vera arma contro l’antipolitica e la disaffezione dei cittadini nei confronti delle istituzioni, anche portando fuori dal palazzo i principali temi di confronto ed aprendo le proprie sedi ad iniziative culturali e di confronto di alto livello. Questo è un impegno preso in occasione della celebrazione di ‘Sa Die de sa Sardigna’ che intendiamo mantenere ed attuare.
Sull’ attività del Consiglio posso dire che dopo il periodo iniziale di definizione degli organi interni (commissioni consiliari, ufficio di presidenza e commissioni tecniche), che ha comunque rispettato i tempi necessari, si è riusciti a produrre i risultati attesi con la produzione di numerosi progetti di legge ed un’operatività consiliare continuativa che ha prodotto 30 leggi su cui mi soffermerò in seguito.
Sul tema dei vitalizi, che rammento essere stati aboliti a partire da questa legislatura, si è provveduto con delibera dell’Ufficio di Presidenza a bloccare l’incremento ISTAT di quelli in erogazione ed è già definita in Conferenza dei Capigruppo una proposta di legge che interviene sull’esistente, secondo le indicazioni concordate nella Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome. Esiste un problema di funzionamento del Consiglio che emerge in tutta chiarezza. A seguito del taglio ai fondi dei gruppi, si è evidenziata una difficoltà palese nelle azioni di sostegno all’ elaborazione legislativa che richiede una riorganizzazione dell’apparato del Consiglio in grado di sostenere i percorsi di definizione delle leggi, evitando ‘incidenti’ che richiedano interventi correttivi successivi o situazioni che-a causa della difficoltà interpretativa – rendano non pienamente applicabili i provvedimenti.
Questo deve passare dalla riorganizzazione del supporto tecnico per le commissioni e i singoli proponenti, al riordino di un Centro Studi che sia in grado di istruire in modo adeguato le proposte.
Il Consiglio deve essere messo in condizione di lavorare di più e meglio affrontando in modo parallelo i temi delle grandi ed irrinunciabili riforme e degli inevitabili interventi di carattere emergenziale, evitando di restare travolto dagli stessi. Si pensi ai grandi temi dell’Autonomia e riforma della Statuto, alla Legge Statutaria comprendente anche la nuova legge elettorale. Per questo è necessario un miglior coordinamento con l’azione della Giunta sia sui temi che sui tempi, evitando ingorghi legislativi e favorendo così una migliore definizione e condivisione dei provvedimenti.
Sulle questioni nevralgiche è necessario costruire un clima migliore di ascolto e collaborazione in Consiglio mediante un confronto franco tra le forze di maggioranza e quelle di minoranza, per ottenere i migliori risultati per la Sardegna. Il momento drammatico lo richiede e lo rende non rinviabile, e il Consiglio ha dimostrato di saperlo fare. Si deve superare l’estemporaneità per arrivare all’individuazione di quei temi strategici dai quali ripartire attraverso un confronto responsabile. La prossima legge finanziaria deve avere quest’orizzonte. I dati dell’attività di questo primo scorcio di legislatura sono contenuti in dettaglio negli allegati per cui mi limito solo ad un rapido excursus sulle attività e risultati.
In conclusione consentitemi di ringraziare tutti coloro che quotidianamente collaborano con la Presidenza del Consiglio, tutti gli uffici e lo staff, oltreché tutti voi per l’attenzione che prestate, non solo in questa occasione.
Gianfranco Ganau
Presidente Consiglio regionale della Sardegna