(www.cagliari.globalist.it)
Luciano Mura, 59 anni, insegnante e Presidente Provinciale del Partito Democratico, guiderà una coalizione di centro sinistra ( Pd, Sel, Partito dei Sardi, Centro Democratico ed una lista civica ) che punterà alla vittoria nelle prossime elezioni amministrative del 31 maggio a Porto Torres. Tra gli aspiranti alla carica di Sindaco Luciano Mura è quello che sicuramente vanta una militanza politica più lunga. Ha iniziato infatti la sua esperienza nei lontani anni ’70 assumendo anche la carica di segretario cittadino del Partito Comunista Italiano. Dopo di che ha percorso e condiviso la gran parte delle tappe evolutive del partito. Dopo la svolta di Achille Occhetto alla “Bolognina” (1989) Luciano Mura ha aderito ai Comunisti Unitari, in seguito ai DS (Democratici di Sinistra), che sono successivamente diventati uno dei pilastri dell’attuale Partito Democratico. Nel frattempo è stato più volte Consigliere Comunale, Assessore e Vice Sindaco (dal 1997 al 2001) con la Giunta di Eugenio Cossu, Sindaco di Porto Torres dal 2005 al 2010, anno in cui è stato sconfitto al ballottaggio da Beniamino Scarpa. Luciano Mura nella recente Legislatura ha ricoperto la carica di Capo Gruppo del Partito Democratico in Consiglio Comunale. Nelle scorse settimane la coalizione di Centro Sinistra ha riaffidato proprio a lui le chiavi della riconquista dell’Amministrazione Comunale, in uno dei momenti più difficili della storia della città. Proprio da questo aspetto inizia l’intervista.
Luciano, come è nata la tua candidatura?
Su questo argomento nel PD cittadino si è aperta nei mesi scorsi un’ampia discussione e consultazione fra i militanti ed iscritti. Da una rosa di nomi ( nda Luciano Mura, Paolo Denegri, Andrea Maltoni, Marcello Bazzoni) il partito, attraverso una riflessione molto serena, è arrivato ad una sintesi prendendo atto, con mia sorpresa, di quanto ampio fosse tra i nostri sostenitori e i cittadini il gradimento sul mio nome e su una mia eventuale candidatura. La proposta è stata quindi presentata agli alleati con l’intendimento comune di effettuare le primarie di coalizione, di cui abbiamo approvato il regolamento, aperto anche a movimenti e associazioni. Nel frattempo non è stata presentata nessuna proposta alternativa alla mia candidatura, quindi convergere sul mio nome è stato un atto conseguente, ma soprattutto la sublimazione politica di un percorso condiviso da tutte le componenti della coalizione. Da quel momento è stato un crescendo di attestati di stima e di solleciti al mio impegno.
Come mai secondo te nel 2010 non sei stato riconfermato alla carica di Sindaco?
Uno dei motivi è stata la spaccatura di quei tempi avvenuta nel PD cittadino. Non entro nel merito, sarebbe ora superfluo e non servirebbe a nessuno, ma è una semplice constatazione dei fatti.
Quali ritieni oggi gli avversari più temibili di queste elezioni?
Non guardiamo gli avversari, ma privilegiamo un ragionamento sui temi. Ci affascina di più parlare della nostra proposta politica, della nostra autorevolezza e credibilità, dalle quali aspiriamo ad ottenere la fiducia dei cittadini.
Anche in questa tornata elettorale è molto probabile un ballottaggio. In tanti prospettano un duello Mura – Ligas, presentato come il volto nuovo emergente della politica turritana, ma ci potrebbero essere diverse sorprese, come da qualche anno ci ha abituato l’elettorato turritano. Che ne pensi?
Considerato che è in Consiglio Comunale dal 1997, non credo che Ligas possa essere presentato come il “nuovo”. Ma questo lo sai anche tu Tino, visto che sei stato suo compagno di Giunta quando io ero Sindaco. Costantino Ligas era Assessore anche quando si deliberò l’ingresso di Porto Torres nell’Autorità Portuale di Olbia. Nella Legislatura successiva, cioè l’ultima, dopo essere stato eletto con i voti del PD in opposizione alla candidatura di Scarpa, ha in seguito ritenuto opportuno passare nelle file dell’U.P.C di Enrico Piras, sempre in opposizione alla Giunta Scarpa. Qualche tempo dopo ha aderito al PSd’Az, andando a sostenere proprio la Giunta di Beniamino Scarpa e sedendo accanto a lui come Assessore. Alla luce di queste vicissitudini proprio ” nuovo” Costantino Ligas non lo definirei. Per il resto parlare adesso di ballottaggio mi pare prematuro, perché in assenza di programmi qualsiasi valutazione avrebbe come base solo l’anagrafe dei candidati a Sindaco o il colore dei loro occhi.
Però anche nella coalizione Ligas ci sono esponenti di sinistra.
Per ora abbiamo visto solo sigle.
Il Pd però a livello nazionale governa con una formazione di centro destra, non ti sembra una contraddizione in termini?
E’ un accostamento privo di senso, sia per la diversa natura delle Istituzioni sia per il meccanismo elettorale con cui vengono individuati i rappresentanti amministrativi. Tanto è vero che alla guida della Regione Sardegna e del comune di Sassari troviamo la stessa coalizione che si candida a guidare la città di Porto Torres, con i Sardisti che sono all’opposizione. Il PD inoltre a livello nazionale non ha una maggioranza autonoma, almeno non al Senato. Si è creata perciò una situazione anomala, risultato di una legge elettorale pessima che era doveroso riformare prima di tornare ad elezioni. Ragion per cui si è dato vita prima al governo Letta e quindi al governo Renzi. Il governo di Matteo Renzi è nato dunque da una situazione particolare che verrà superata con l’approvazione di quelle riforme Istituzionali e strutturali che il paese aspettava da venti anni e che finalmente stanno trovando compimento proprio grazie al notevole impulso del PD.
Tu hai militato nel Partito Comunista, come ti trovi in un Partito Democratico oramai totalmente diverso da quello che era il vecchio PCI?
Ho partecipato alle varie tappe del percorso politico che ha portato alla formazione del Partito Democratico. E’ ovvio che le ho condivise, anche se mi rendo conto che questo processo dovrebbe stabilizzarsi ed avere una connotazione più precisa. E’ innegabile che Matteo Renzi ha dato un rinnovato vigore alla vita del partito e del Paese, sarebbe da sciocchi non ammetterlo, tuttavia penso che dovrebbe prestare maggiore attenzione alle posizioni differenti e a chi non la pensa come lui. Resta il fatto che ora il Partito Democratico è forza egemone nel Paese.
Torniamo alle Amministrative, perché i cittadini dovrebbero votare Luciano Mura?
Mi presento e ci presentiamo con una visione precisa del nostro territorio, prima di tutto capace di incidere nel breve termine ed in grado di affrontare le emergenze. Nel contempo valorizzeremo le potenzialità che ci consentano di superare il disagio dei tanti giovani in cerca di occupazione e dei tanti lavoratori che il lavoro l’hanno perso ritrovandosi improvvisamente disoccupati. Siamo quindi in campo con coerenza e a testa alta, a differenza di chi, passando da uno schieramento all’altro, offende l’intelligenza degli elettori nascondendosi dietro il paravento delle liste civiche. Ci rivolgiamo ai cittadini di Porto Torres con la piena consapevolezza di rappresentare un punto di riferimento credibile, meno condizionato e dipendente da fattori esterni, che pone al centro del proprio impegno il tema del lavoro, l’unica vera risorsa in grado di generare ricchezza ed equità sociale. Ci siamo uniti per vincere, ma soprattutto per governare e non per dividersi negli anni, come è avvenuto nella recente Legislatura Scarpa. Abbiamo un progetto che cercherà di risollevare una città isolata e piegata su se stessa.
Quali sono i punti cardine del vostro programma?
E’ ovvio che non bastano poche righe per sintetizzare il nostro programma. Fatta questa importante premessa bisogna partire dalla realtà e dalla piena consapevolezza che il vecchio modello industriale su cui era basata l’economia di Porto Torres è definitivamente tramontato. Sull’industria partiremo dalla Chimica Verde, che fra le sue contraddizioni rappresenta una realtà. Punteremo sull’intera realizzazione del progetto (che non può rimanere un’incompiuta) e sulla verticalizzazione delle sue produzioni, cioè la costruzione di manufatti bio plastici in loco. Discorso centrale avranno le bonifiche, che devono iniziare immediatamente senza tentennamenti e ulteriori perdite di tempo. Ne approfitto per esprimere la nostra netta contrarietà al progetto di risanamento di Minciaredda presentato da Eni: diciamo No ad una discarica attigua, Minciaredda deve essere ripulita e i suoi rifiuti smaltiti altrove. La zona deve essere interamente recuperata e resa fruibile alla comunità. Affermo con energia che l’Amministrazione Comunale dovrà uscire dal ruolo di subalternità che ha avuto negli ultimi anni rispetto ad Eni. Si dovrebbe puntare sul modello Porto Marghera, dove Eni, grazie ad un’azione politica unitaria dei soggetti istituzionali ” dell’Area Complessa di Crisi”, ha messo le proprie risorse finanziarie (800 mil. di euro) a disposizione dei privati per valorizzare i terreni soggetti a bonifica. Perciò punteremo molto sul recupero della spiaggia di Fiume Santo, quella di nostra competenza. I gruppi termo elettrici 1 e 2 stanno infatti per essere smantellati e questo deve essere stimolo anche per lo sviluppo del turismo, della nostra portualità, del Parco dell’Asinara e della valorizzazione del nostro immenso patrimonio archeologico, che può essere anche una grande risorsa di occupazione, se si metteranno in campo progetti e apriranno nuovi cantieri. Inoltre nel nostro programma sono previste misure tese a sviluppare reti di impresa e progetti di fiscalità agevolata, perfezionando con la Regione l’istituzione della zona franca demaniale che non ha mai trovato compimento nella precedente Amministrazione. Favoriremo lo sviluppo del distretto delle bio-tecnologie e lo sviluppo turistico legato al patrimonio archeologico, storico ed ambientale del nostro territorio. Vorrei concretizzare anche per i miei cittadini quegli anglicismi di “smart city e di smart community”, che possono rappresentare un salto in avanti per la comunità, in modo da includerla all’interno delle nuove strategie europee. Abbiamo competenze e progettualità per dare vita ad una nuova stagione di programmazione strategica, facendo ricorso allo strumento dell’Investimento Integrato Territoriale, a quello dell’A.P.Q e dei contratti di sviluppo sulle diverse azioni. E’ basilare quindi recuperare un aspetto che ritengo fondamentale: lavorare per il futuro, per le altre generazioni, anche assieme agli altri comuni. Dobbiamo infatti assolutamente uscire dall’isolamento in cui è stata relegata questa città, grazie a questi ultimi anni di mal governo. E’ indispensabile insomma avere una visione d’insieme, che preveda una grande rete urbana tra le città di Sassari, Porto Torres e Alghero, che guardi allo sviluppo dei comuni rivieraschi come ad un unico grande territorio costiero che va da Stintino a Castelsardo. Noi sapremo ragionare in prospettiva, costruendo occasioni ed opportunità per i giovani e ponendo al primo posto la formazione. E’ impensabile ad esempio che Porto Torres possa continuare ad avere il livello di istruzione fra i più bassi della Sardegna. E’ dimostrato che ad un più basso indice di scolarizzazione segue un alto tasso di disoccupazione e una maggiore difficoltà a competere nel mercato del lavoro. Per recuperare questo handicap bisogna puntare decisamente sui fondi comunitari, con un’Amministrazione presente a tutti i livelli, in grado di fare progetti e di avere autorevolezza, quella che purtroppo si è persa in questi anni.
Parliamo nello specifico del nostro porto, che vive anch’esso un momento di grande crisi. In molti in città pensano che aderire all’Autorità Portuale con Olbia sia stato un errore gravissimo, imputabile al Pd, che ha favorito questa scelta. Quali sono le tue opinioni in merito?
Questa è una solenne sciocchezza. Prima dell’Autorità Portuale il porto era gestito dall’Autorità Marittima, cioè la Capitaneria, che dipendeva da Roma, sede in cui affluivano tutte le tasse portuali. Da noi tornavano solo le briciole, in pratica illuminazione e pulizia. Gli investimenti si facevano altrove. Ora i finanziamenti li gestisce direttamente l’Autorità Portuale ed è sicuramente meglio, altrimenti a Porto Torres non sarebbe arrivato in questi anni neppure un euro. Ad Olbia gli investimenti c’erano ben prima della costituzione dell’Autorità Portuale e per questo si è creato l’equivoco. Quanto alle navi da crociera, altro nodo del contendere, che fanno tappa ad Olbia anziché a Porto Torres, ferme restando le prerogative e le scelte dei privati che operano sul mercato, ritengo possano essere individuati delle criticità direttamente imputabili all’Amministrazione Scarpa. In questi anni essa ha infatti perso l’opportunità di fare sistema e collegare il patrimonio archeologico, naturalistico ed eno-gastronomico del nostro territorio ad un marchio di identità e di immagine della città che potesse essere offerto al mercato dei giganti del mare. Per concludere la risposta è giunto il momento di coinvolgere tutta la città in un progetto capace di mettere insieme Istituzioni Pubbliche e imprenditori privati, per programmare e implementare la meravigliosa offerta del nostro territorio. Porto Torres è una straordinaria vetrina in cui si possono valorizzare le risorse, il patrimonio culturale e l’artigianato dell’isola intera. In questo senso bisogna certamente recuperare e sarà uno degli obbiettivi prioritari della nostra Amministrazione, qualora venissimo scelti dagli elettori.
Se tu e la tua coalizione vincerete le elezioni quali saranno i reali segnali di cambiamento della classe politica cittadina?
Non vi è altra strada per restituire credibilità alla politica se non quella di fare ricorso alla trasparenza, alla competenza ed al merito. Eviteremo, per esempio, di indicare parenti, amici o compari a vario titolo in posizioni di responsabilità prescindendo dalle competenze e dal merito. In città ci sono ragazzi dalle notevoli potenzialità che dovranno essere valorizzate. Nella nostra coalizione stiamo costruendo liste dove c’è una grande presenza di giovani: sono nuove energie che esprimono con la loro presenza e progettualità un profondo senso di partecipazione alla costruzione di un futuro migliore per la città. E’ avvenuto quello che ci siamo sempre augurati per Porto Torres: una nuova generazione politica è cresciuta ed è pronta oggi per governare la città. Se vinceremo le elezioni nella mia Giunta verrà dato un preciso segnale in tal senso: è un’esigenza che sento profondamente ed un impegno che manterrò con gli elettori.