Dalla Leopolda al Senato: dopo anni di attese, la legge dello Ius soli cambierà finalmente la società italiana, tutelando i diritti di bambini e ragazzi, figli di cittadini stranieri, che già oggi si sentono italiani e che vedono tricolore il proprio futuro.
Mentre Beppe Grillo e Matteo Salvini condannano la scelta del Premier e diffondono il terrore tra i nativi italiani per una possibile invasione straniera, esponenti del Parlamento come Khalid Chaouki, spiegano invece l’importanza di una legge che porterà l’Italia al passo coi tempi e con il resto d’Europa.
In breve, questa legge si occupa di ridefinire il diritto di cittadinanza italiana, sancendo il passaggio dall’attuale sistema legato allo Ius Sanguinis (cittadinanza per diritto di sangue) allo Ius Soli/Culturae, ovvero: i figli di genitori ( di cui almeno uno con il permesso di soggiorno a lungo termine) che completano almeno un ciclo scolastico del nostro sistema, possono acquisire la cittadinanza italiana.
Grazie a questa legge anche il nostro Paese inizierà quel processo di integrazione dei nuovi cittadini italiani che, nonostante lunghi periodi di permanenza in Italia e gli studi scolastici, fino ad ora si sono sentiti tagliati fuori dal nostro sistema. La diversità diventerà un valore aggiunto!
La legge non è esente da critiche, è sicuramente perfezionabile, ma permette, finalmente, di compiere un primo importante passo avanti in modo discreto, non a gamba tesa, nel dialogo tra diverse culture.
I nuovi italiani (non uso volutamente il termine stranieri perché la riforma passa anche attraverso i vocaboli) vorrebbero una normativa più incisiva, ma la cautela con cui si sono mossi i fautori della riforma è studiata in funzione della realtà italiana. Inutile imporre una rivoluzione sociale che probabilmente non porterebbe neanche a questo primo importante passo avanti.
Khalid Chaouki, nel suo intervento a Cagliari, durante l’evento sulla riforma organizzato dall’associazione Big Bang Sardegna pochi mesi fa, parlò proprio della necessità di accompagnare le riforme legislative con un processo di trasformazione della società che permetta alla stessa di “digerire” un cambiamento simile.
Una Riforma vista come un’imposizione porterebbe solo all’acutizzazione della questione e alla nascita di nuovi ghetti.
Sono sicura che la Riforma, cosi com’è, sarà indolore e proficua. Oggi le nostre scuole sono formate da bambini di ogni etnia e colore. I nostri figli sono già abituati a condividere la loro merenda o i loro compiti con compagni che arrivano da paesi lontani e da culture differenti, i cui genitori parlano una lingua d’origine diversa dalla nostra.
Le difficoltà maggiori saranno perciò tra gli adulti, che non sono ancora abituati alla trasformazione in atto nella nostra società e che non riescono a comprendere i vantaggi che una riforma del genere porterà in un paese “anziano”, dall’età media alta, e che stenta a stare al passo con la crescita demografica degli altri paesi Europei.
Proprio guardando l’Europa ci si accorge da un lato che l’Italia è il fanalino di coda nei diritti di cittadinanza e che ci sono paesi, come la Svezia, che hanno compreso da subito la potenzialità di una società multietnica. Non a caso, da anni, accolgono profughi grazie a un intelligente programma d’inserimento a lungo termine.
Integrazione per loro significa lavoro e istruzione gratuita, per formare una nuova generazione di svedesi che con il suo bagaglio culturale multietnico si renderà ancora più preziosa e unica.
Chiudo con una punta d’orgoglio, con la soddisfazione di aver sempre creduto in questi principi e in questo programma e di aver lavorato nei territori per questo.
Ho visto nascere la bozza di legge alla Leopolda lo scorso ottobre 2014 e vi ho contribuito tramite il lavoro del tavolo Ius soli gestito da Khalid Chaouki. Proprio lui che, dopo qualche mese, ha accettato il nostro invito a partecipare all’evento prima citato a Cagliari sul tema, insieme al Deputato Romina Mura, il Senatore Ignazio Angioni, il Sindaco Massimo Zedda, l’Assessore Luigi Minerba e tanti rappresentanti delle comunità di nuovi italiani presenti nella città di Cagliari e provincia.
Sono soddisfatta perché penso di poter affermare con assoluta tranquillità che sarà una Riforma che migliorerà la vita di tutti.
L’Italia non merita più di occupare gli ultimi posti della classica dei paesi europei in tema di integrazione e uguaglianza sociale.
Jessica Pala, presidente Big Bang Sardegna