La giunta di destra e Solinas allo sbando, i sardi allo stremo.

Ieri le dimissioni dell’assessore Todde, di qualche giorno fa la richiesta di Forza Italia di far commissariare dal ministro Speranza il sistema sanitario sardo guidato dall’assessore Nieddu.

La regione è paralizzata, la maggioranza in consiglio regionale non riesce a fare leggi da mesi, forse per evitare che siano impugnate perché anticostituzionali, i conflitti in maggioranza sono all’ordine del giorno e superano di gran lunga i provvedimenti adottati in una legislatura che i sardi non vedono l’ora di archiviare.

A farne le spese sono i lavoratori e le lavoratrici, i cittadini e le imprese della nostra terra. Parlano purtroppo i fatti e i dati economici. In molti settori si è prossimi al default. In tre anni e mezzo hanno dimostrato assoluta incapacità, accampando la solita scusa dei problemi ereditati dal passato.

Un passato che ormai è lontano quasi 4 anni e non fa più schermo della incompetenza dimostrata di fronte all’opinione pubblica.
È ormai palese ed evidente a tutti che le uniche soluzioni proposte non hanno fatto altro che peggiorare la situazione della nostra isola.
È colpa del passato se non riescono a spendere le risorse pubbliche che arrivano dopo 2 o 3 anni alle imprese? Oppure se le nuove Asl sono paralizzate senza atti aziendali o dirigenti obbligatori per cui le persone hanno paura di andare al pronto soccorso?
Oppure se hanno buttato a mare un bando già approvato per la continuità territoriale con un tetto ai biglietti per farne un altro peggiore e senza tetto tanto che arrivare a Olbia può costare più che andare a New York. Oppure se la promozione turistica è diventata una barzelletta di iniziative disordinate anziché un sistema organizzato per distretti.
Il passato non è mai stato questo incubo di cui sono i soli responsabili.

Anziché cambiare passo si lasciano andare alla spavalderia con inviti a prendere caffè dopo le elezioni che appaiono irrispettosi, prima di tutto nei confronti dei sardi.

Se non fosse seria la questione ci sarebbe da ridere.

Semmai se in loro c’è ancora un briciolo d’amore per la Sardegna prendano atto dell’impossibilità di andare avanti e ne traggano le conseguenze.
Ma non lo faranno perché i giochi e il bisogno di potere hanno, per loro, priorità su tutto.

Silvio Lai

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