Il riassetto del Governo locale, rappresenta, anche in Sardegna, una delle condizioni per attrezzare i territori e le Comunità ad affrontare e governare il cambiamento sociale, economico e produttivo, che caratterizza questo momento storico e che definirà lo scenario futuro.
I principi costituzionali di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione; le opportunità contenute nella Legge DELRIO (L. 56/2014) e il chiaro messaggio pervenutoci dal corpo elettorale sardo, in occasione dei referendum in materia di province, ci richiamano alla responsabilità politica di esercitare la prerogativa, derivata dalla specialità della nostra Autonomia, in materia di organizzazione degli Enti Locali.
E se lo sguardo si concentra sulla Sardegna vera, non avremo difficoltà a renderci conto che l’urgenza del riassetto istituzionale a livello locale, deriva, fra le altre cose, dall’essere profondamente mutati due fra gli elementi costitutivi delle istituzioni locali medesime: la popolazione e il territorio.
La popolazione concentrata in poche porzioni del territorio regionale: le aree urbane che necessitano di una razionale e differente organizzazione delle funzioni e degli spazi. E quindi delle prospettive di sviluppo.
Le aree rurali e quelle interne in gran parte abbandonate o comunque, sottratte alle naturali vocazioni che ne avrebbero determinato uno sviluppo alternativo, sostenibile, e certamente duraturo. Aree con indici di dotazione infrastrutturale e dei servizi completamente fuori dagli standard europei.
L’istruzione, la salute, la mobilità, l’assistenza sociale, e gli altri diritti fondamentali di cui sono titolari tutti i Sardi, a prescindere dal luogo dove sono nati, dove risiedono e dove lavorano, richiedono una governance territoriale costruita intorno ad “ambiti ottimali” e “ambiti strategici”, così come recita il disegno di legge ERRIU, per la gestione delle funzioni amministrative, per l’erogazione dei servizi, per la costruzione di un nuovo modello di welfare e per la pianificazione dello sviluppo.
Ambiti territoriali e Ambiti strategici che siano costruiti con l’ambizione di migliorare la qualità di vita dei cittadini e di implementare la capacità attrattiva delle Comunità e dei sistemi territoriali.
E, in tal senso, il riassetto locale rappresenta il presupposto, il primo tassello per rivisitare l’articolazione territoriale e funzionale del sistema sanitario e sociale; per razionalizzare la rete scolastica regionale considerate due fra le più impattanti peculiarità sarde, la geografia e la demografia. Per riorganizzare le modalità di funzionamento di tutti i servizi pubblici locali.
In questo modo i Comuni e, ancor più, le associazioni (Unioni e Città metropolitana) a cui gli stessi aderiscono potranno rappresentare, in un quadro istituzionale, ma anche economico e finanziario, di maggiore agibilità, termini fondamentali per un rinnovato sviluppo dei territori, e in definitiva della Sardegna. Le peculiarità locali, i particolarismi utili, le differenti identità che, oggi, rischiano di essere schiacciate sotto il peso dei campanili, possono trarre solo beneficio e rinnovato valore, dai processi di aggregazione, e dalla costruzioni di reti istituzionali.
Romina Mura- segreteria regionale Pd Sardegna