“E’ stata una giornata bellissima e molto partecipata”. Renato Soru sottolinea il successo di Laboratorio SARDEGNA davanti a una platea affollatissima composta da militanti del Partito Democratico, dirigenti, rappresentanti delle istituzioni, tecnici ed esperti di settore , tutti riuniti per la sessione finale dei lavori nella sala convegni all’ultimo piano dell’antico palazzo Boyl a Milis.
“Nonostante il maltempo che avrebbe potuto scoraggiare l’affluenza, siete venuti in 300: significa che c’è voglia di partecipazione e di discussione fra di noi, e questo è importante”, ha sottolineato il Segretario. Poi, parafrasando Renzi si è soffermato sul senso dell’iniziativa di Milis: “Il Partito Democratico oggi è l’unica infrastruttura democratica al servizio del paese e questo vale anche per la nostra regione. Siamo in campo perché sentiamo il dovere di dare il nostro contributo, nel modo più ricco e costruttivo possibile”.
“C’è l’esigenza di fare in modo che il programma elettorale che abbiamo sostenuto e che ora è programma di governo diventi il programma dell’intera società sarda, come cultura diffusa e come consapevolezza che guida ogni amministratore, ogni sindaco, ogni attore della realtà produttiva dentro un progetto complessivo che mira ad uscire dal ritardo di sviluppo e dalla crisi”.
“Per questo il progetto regionale che viene portato avanti nelle istituzioni deve diventare azione viva nell’attività legislativa e di governo e nella società sarda. Dobbiamo ascoltare, elaborare e poi restituire, affinché nessuno si senta escluso e tutti possano ritrovare la speranza”.
A proposito di speranza e di inclusività, Soru ha citato il tema del dimensionamento scolastico e dei piccoli paesi della Sardegna: “Siamo contro le pluriclassi, che non garantiscono una formazione ideale per gli alunni: meglio investire in un trasporto pubblico efficiente e nella qualità dell’insegnamento. Tuttavia bisogna anche avere la sensibilità di guardare in prospettiva e non affidarsi semplicemente ad un foglio Excel, quando magari sappiamo che quel numero che serve per tenere aperta una scuola l’anno successivo lo raggiungiamo nuovamente”.
“Si tratta”, ha spiegato il Segretario, “di costruire un progetto cambiamento della nostra regione che sia realmente di tutti”.
Il Pd, partito guida della coalizione di maggioranza, ha il dovere di far emergere un’ idea “chiara e solida” di quella che potrà e dovrà essere la Sardegna del futuro. Per questo non intende lasciare soli e privi di orientamento i suoi rappresentanti in Consiglio Regionale. Sono tanti i temi in discussione, dal riordino del sistema sanitario regionale, alle Autonomie locali, dalla mobilità all’ ambiente e alla gestione dei rifiuti. E c’è il passaggio cruciale della finanziaria regionale: “Dobbiamo definire come utilizzare concretamente questi sette miliardi di euro per superare il ritardo di sviluppo e per entrare in una fase nuova: possiamo farlo, il mondo interconnesso nell’era della conoscenza e dell’e-commerce non è una minaccia ma un’opportunità storica come la Sardegna non ha mai avuto”.
In conclusione, Soru è voluto tornare sulla funzione del partito e sul suo dovere di stimolo: “Siamo l’alleato più leale e più solido della Giunta Regionale”, ha precisato il Segretario, “ma sentiamo il dovere di portare in questo progetto di Sardegna la ricchezza del nostro dibattito, come un vero intellettuale collettivo che al servizio della società e delle istituzioni ascolta, si confronta, produce visioni e le traduce in progettualità ”.