(La Nuova Sardegna)
BORUTTA. Ripartire dalla terra, puntando su prodotti di qualità, per trovare una nuova prospettiva che traini l’isola fuori dalla crisi. È la strada tracciata sabato scorso nel monastero benedettino di San Pietro di Sorres a Borutta dagli “Stati generali” dell’agricoltura dell’isola, riunitisi intorno a un tavolo organizzato dal Pd che ha coinvolto esperti di settore, operatori ed esponenti della categoria.
Fitta la rappresentanza di addetti ai lavori: fra tutti Battista Cualbu (Coldiretti), Martino Scanu (Cia), Luca Maria Sanna (Confagricoltura), Claudio Atzori (Legacoop) Ignazio Cirronis (CopAgri). Il Lab Sardegna, nato come percorso di approfondimento regionale per individuare soluzioni condivise per accelerare l’uscita dalla crisi dell’isola, durante la mattinata si è sviluppato su cinque tavoli dedicati alle politiche agricole, alla qualità alimentare, allo sviluppo rurale, alla gestione del comparto e alle produzioni non alimentari.
“Agricoltura e dintorni” è proseguito poi in serata con gli interventi degli ospiti e con il dibattito moderato da Andrea Murgia. «La popolazione mondiale è passata da un miliardo e 200 milioni di persone a inizio secolo ai sette miliardi di oggi e le stime prevedono il superamento della soglia dei 9 miliardi nei prossimi decenni – ha detto nell’intervento conclusivo il segretario del Pd Renato Soru –. Il tema dell’Expo riprende proprio questo, uno dei bisogni primari per la vita della pianeta, quello del cibo. Dobbiamo nutrire il pianeta e nutrirlo bene. Dentro questo contesto generale ci sono già le risposte e le occasioni anche per la nostra regione».
E a proposito di Expo inevitabile un passaggio sulla questione dell’embargo nei confronti del porcetto sardo. Neigiorni scorsi uno spiraglio si era aperto durante la riunione operativa dell’Unità di progetto, costituita per il contrasto e l’eradicazione della peste suina africana in Sardegna.
«La soluzione per l’Expo – ha spiegato il presidente della commissione Attività produttive in consiglio regionale Luigi Lotto – potrebbe essere il porcetto termizzato, ma quello su cui l’isola deve puntare va ben oltre l’Expo e cioè debellare definitivamente la peste suina».
L’obiettivo della Regione, ha spiegato l’assessore Elisabetta Falchi, è quello di dare serenità agli allevatori, favorendo investimenti su tutta la filiera: «Stiamo lavorando per posizionare e sostenere le nostre imprese nei mercati già conquistati e puntiamo ad espanderci in altri stati come la Cina e il Giappone».
«Oggi un euro vale un dollaro – ha aggiunto Renato Soru – quindi il nostro latte, il nostro formaggio, il nostro vino e tutto ciò che produciamo per l’esportazione oggi hanno più valore, perché hanno nuove prospettive di mercato. È una situazione straordinaria, che si interseca anche con altri fattori: si pensi al costo dell’energia che nel giro di un anno è dimezzato, agli interessi a tasso zero, al varo del trattato Ttip».