“Lavoro da difendere. Lavoro da creare”. Il lavoro è uno dei temi centrali della Festa del L’Unità di Cagliari. Il dibattito, aperto da una lettera dei rappresentanti dei lavoratori della Ottana Polimeri, industria chimica tradizionale del pet (plastica per bottiglie) è proseguito con gli interventi di Michele Carrus (Segretario Regionale CGIL), Maria del Zompo (Rettore Università degli Studi di Cagliari), Ignazio Angioni (Senatore PD) e due startupper Walter Ambu (Entando) e Fabrizio Cocco (Softfobia).
“Il job act è uno strumento che cambierà la prospettiva tra le istituzioni e i lavoratori e le istituzioni e le forze produttive”, ha ricordato il senatore del Pd Ignazio Angioni. “Due generazioni di lavoratori non sanno cos’è un contratto ordinario e hanno conosciuto solo contratti tipici. Il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato costituisce la forma comune del rapporto di lavoro per ogni lavoratore”. Il Magnifico Rettore dell’Università di Cagliari Marina Del Zompo ha ricordato i tagli fatti alla cultura e all’istruzione. “L’Italia è all’ultimo posto per la spesa pubblica per l’università. Prima dei tagli, il nostro paese spendeva molto meno di Spagna, Germania, Francia e dei paesi del nord Europa. Abbiamo reagito alla crisi tagliando dal sistema della scuola e dell’università”. “Due anni fa, il 21% dei laureati appartenevano alla fascia d’età tra i 25 e i 34 anni e i dati continuano ad essere negativi”, ha ricordato la Del Zompo che ha descritto un paese ultimo per alloggi agli studenti, dove le borse di studio sono sempre più basse. “L’università di Harvard investe capitali che valgono il 50% dei fondi destinati dallo Stato per gli atenei italiani”. La del Zompo avanza una proposta al mondo imprenditoriale: “Creiamo una contaminazione tra imprese e università. Troviamoci intorno a un tavolo per creare imprese innovative”.
Al dibattito hanno partecipato anche due startupper Walter Ambu (Entando) e Fabrizio Cocco (Softfobia). “Siamo partiti dalla Sardegna e abbiamo aperto la start up a San Diego negli Stati Uniti”, ha ricordato Ambu, “Lavoriamo sui software, ormai entrati nella vita di tutti noi: nelle case, nelle imprese. Il nostro centro di sviluppo è a Cagliari e il nostro modello piace agli americani. Negli States si fa marketing e si lavora sulle infrastrutture e ci si prepara per quella che potremmo chiamare la terza rivoluzione industriale, quella digitale”. “Facciamo ricerca , informazione, paghiamo gli stipendi” ha detto Cocco che con con la sua Softfobia, start up nata nei primi anni duemila ha raggiunto ora cinquanta dipendenti.
“Il sindacato non ha mai pensato che l’impresa sia il nemico” ha affermato Michele Carrus Segretario Regionale della Cgil. “Dalla politica manca la narrazione dei futuro. Si deve investire sulle competenze. Alcune imprese come le due start up sono andate all’estero per cercare fortuna” “Siamo capaci di pensare alla Sardegna come un popolo con una sua cultura, capace di produrre beni e servizi per aprirsi al mondo e alle relazioni positive contro chi ha ancora una visione sbagliata di noi”. “Il sindacato – ha concluso Carrus – è in grado di accompagnare le novità industriali e sarà capace di accogliere la sfide per il futuro”