L’informazione, tra vecchi e nuovi media: sfide, ruolo e responsabilità del giornalismo di oggi. E’ con questo tema che si sono confrontati, nella serata di apertura della Festa de L’Unità a Cagliari, i grandi nomi della politica e del giornalismo nazionale, con la moderazione del direttore dell’Unione Sarda Anthony Muroni: da Luigi Zanda, capogruppo PD in Senato a Franco Siddi, ex segretario dell’FNSI e oggi membro del CDA Rai a Bianca Berlinguer, direttore del tg3 Rai. Non è mancata anche una speciale attenzione al tema della comunicazione declinata in lingua sarda, con Giuseppe Corongiu, per anni direttore Servizio Lingua Sarda della Regione, che ha parlato della necessità di dare dignità istituzionale alla lingua sarda anche nel contesto del servizio pubblico di informazione. Un impegno rispettato, per il Segretario del PD Sardegna Renato Soru, salito sul palco per un breve saluto prima del dibattito: “Il Partito Democratico si è ripromesso di parlare di lingua sarda al proprio interno, ed è tanto più opportuno farlo adesso perché l’anno prossimo si discuterà il contratto di servizio della Rai”.
I temi- Nello scenario di cambiamento epocale provocato dalla crisi e dalle guerre, in un costante mutare degli equilibri sociali, economici e politici, nell’era dell’informazione veloce veicolata non soltanto dai media tradizionali e sempre più disintermediata attraverso i nuovi canali social, occorre trovare nuovi modi di raccontare la realtà, puntando sulla trasparenza e sull’autorevolezza dell’informazione: “Non bisogna dimenticare che l’informazione è il mezzo che contribuisce alla formazione della coscienza del cittadino”, ha detto Siddi. “L’informazione non deve essere parte, in termini di schieramento”, ha detto Siddi “ma il suo ruolo è quello di essere testimone, difensore civico, interprete e garante di pluralismo”.
Bianca Berlinguer ha parlato della responsabilità del servizio pubblico e del modo in cui è cambiata l’informazione nel tempo: “Rispetto a 20 anni fa le cose sono cambiate radicalmente. Da anni non si fanno più politiche di canale. In passato la Rai ha espresso la sua grandezza nell’innovazione, alla ricerca di nuovi contenuti e nuovi linguaggi che caratterizzavano le 3 reti del servizio pubblico con una fisionomia precisa”
Oggi, dopo la grande abbuffata dei talk favorita dal radicalismo delle posizioni –pro o contro Berlusconi- si avverte l’esigenza di un nuovo modo di fare comunicazione. “La situazione è cambiata, oggi vviamo un periodo di stabilità politica ma anche di disincanto e rabbia da parte dell’opinione pubblica, che sente il peso degli anni della crisi e si allontana dall’informazione”, ha detto la Berlinguer. “Per questo ora tutti stanno tentando di sperimentare nuovi linguaggi e un nuovo modo di raccontare. Non sarà facile, bisogna anche tenere conto dell’interazione della rete che rende tutto più immediato ma più complesso”.
Infine la riflessione di Luigi Zanda: “Stiamo vivendo un momento di enorme transizione, il mondo sta cambiando economicamente, socialmente alla fine saremo tutti molto diversi, i popoli, i confini, gli assetti di potere e di ricchezza. In questa grande trasformazione è comprensibile che il mondo dell’informazione cerchi nuove forme di narrazione e sono comprensibili le incertezze della politica, del mondo economico e di quello industriale. Il discrimine”, prosegue il capogruppo PD del Senato, “è la dato dalla qualità professionale. Infine se la politica deve evitare di cercare nei media un palcoscenico delle proprie vanità, l’informazione deve essere cosciente del suo potere di influenza, ed usarlo con ponderatezza”