Moby Prince, inizia un lavoro che deve portare a dare risposte ai familiari e al Paese

La commissione parlamentare di inchiesta sul disastro della Moby Prince incontra i rappresentanti dei familiari. “Siete per noi l’ultima possibilità di arrivare alla verità su questa vicenda.”

“Abbiamo tutti un debito nei confronti dei familiari delle vittime del disastro della Moby Prince. Iniziare il lavoro della commissione da loro è il riconoscimento civile nei confronti di chi ha subito una mancanza così grave e che ancora ricerca una verità che, secondo i familiari delle vittime, in sede giudiziaria non è stata trovata.” Così Silvio Lai, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta istituita dal senato, ha aperto i lavori della prima riunione che ha ospitato l’audizione dei rappresentanti dei familiari delle vittime. “Per noi è importante iniziare da un primo contatto con voi – ha aggiunto Lai – proseguendo con tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti nella tragedia della Moby Prince. Sento su di me e sentiamo su di noi la responsabilità di questo mandato. Vogliamo dare risposte ai parenti delle vittime ma anche a tutto il paese che pretende di conoscere la verità su quanto accaduto il 10 aprile del 1991.” Sono passati quasi 25 anni da quel giorno ed ora spetta alla commissione cercare di far luce su una vicenda che presenta ancora troppi lati oscuri. E la conferma delle attese riposte nella commissione arrivano proprio dai familiari delle vittime, ascoltati oggi dai commissari ai quali hanno consegnato una memoria scritta ed una documentazione. “Voi siete per noi l’ultima possibilità di arrivare alla verità su questa vicenda – ha detto Loris Rispoli, presidente dell’associazione “140”. “Dietro questa vicenda c’è un dolore enorme per tutte quelle domande che ci siamo posti e che non hanno avuto risposta. Io credo che non potevamo accontentarci di una verità giudiziaria che non c’è stata e non potevamo continuare a vivere nel silenzio e nel dolore.”

Non di minore impatto l’intervento di Angelo Chessa che ha portato una serie di interrogativa all’attenzione dei commissari. “Perché in un’indagine di questo tipo non son stati coinvolti ,come periti, comandanti di lungo corso ma ingegneri che si occupano di incidenti stradali? Perché dopo non aver cercato il traghetto non c’è stata una sola azione di soccorso? Perché l’Agip Abruzzo non è mai stata oggetto di indagine?”

“Testimonianze e sollecitazioni alte” così il Presidente della Commissione Lai ha definito gli interventi di Rispoli e Chessa che ha ringraziato per il loro contributo. Di fatto ora si apre aprendo la fase della riflessione ma soprattutto dell’approfondimento. “La documentazione che ci avete consegnato sarà ora analizzata dai commissari e sarà oggetto di una riunione apposita. Vi chiedo sin da ora di poterci rivedere e vi invito a consegnarci ogni altro tipo di documentazione che riteniate possa essere utile al nostro lavoro.” Subito dopo le festività natalizie, ha annunciato Lai in chiusura dei lavori, faremo un sopralluogo nel porto di Livorno per prendere contatto direttamente con il luogo nel quale è avvenuto il disastro.

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