Nucleare, i senatori del Pd al Governo: “No a Nuoro, decide la Regione”

(dire.it)

CAGLIARI – Si muovono i parlamentari Pd dell’isola contro la temuta ‘soluzione sarda’ per il deposito unico delle scorie nucleari. Tre senatori- Giuseppe Cucca, Ignazio Angioni e Bachisio Silvio Lai- hanno presentato ieri un’interrogazione urgente ai ministri dell’interno Alfano, della difesa Pinotti e dell’ambiente Galletti con la richiesta al governo di ripensare l’eventuale decisione sulla provincia di Nuoro (accreditata secondo “attendibili fonti ministriali” dall’ex governatore Fi Ugo Cappellacci) tenendo anche conto del 97% di “No” al referendum del 2011 e lo Statuto della Regione autonoma Sardegna licenziato con legge Costituzionale del 1948, che consegna all’isola la “potestà legislativa su demanio, cave, saline, miniere con relativi diritti di concessione”.

Sulla pronuncia dei ministeri dell’ambiente e dello sviluppo sul piano Sogin- supervisionato da Ispra- del prossimo 2 aprile, da giorni ha eretto un muro il ministro Galletti, ricordando che le carte sono tuttora “secretate” e che per la decisione serviranno ancora “mesi”. Un rinvio che non placa i senatori Pd. Nuoro è soggetta a un “tasso di inquinamento industriale e militare causa di gravi conseguenze sulla salute umana e animale e sull’ambiente” e nel nuorese “è necessaria un’approfondita analisi idrogeologica, come dimostrano gli eventi disastrosi conseguenti all’alluvione del novembre 2013″.

Se il deposito unico venisse poi individuato dal governo in Sardegna, si concretizzerebbe per i senatori Pd “il tradimento del voto e dell’espressione popolare”, che nel 2011 avevano visto al referendum sulle scorie trionfare il ‘No’ col 97% dei voti. Oltre all’”estromissione della Regione dalla scelta”, il deposito unico, ricordano i senatori Pd ai tre ministri, porta con sè “i rischi di ecomafia conseguibili in un territorio in forte crisi economica”, mentre “l’inadeguatezza della conoscenza delle condizioni idrogeologiche rendono deprecabile una decisione in tal senso”.

Oltre a chiedere al governo di ripensare la decisione, Cucca, Angioni e Lai chiedono quindi all’esecutivo di “coinvolgere la Regione Sardegna in quanto istituzione nelle decisioni che la riguardano e su cui ha competenza in virtù dello statuto sardo“.

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