(L’Unione Sarda)
«È stata tutto fuorché una visita istituzionale». Caterina Pes, deputato Pd, fa il bilancio dopo i tre giorni giù e su per la Sardegna di Laura Boldrini. Viaggio studiato nei dettagli dalla parlamentare, durante il quale «la presidente della Camera ha infranto ogni protocollo senza sottrarsi mai al confronto con chiunque volesse parlarle». Le mamme di Sant’Elia, i disabili, gli insegnanti precari, «persino chi poteva essere più arrabbiato, come i cassintegrati, ha mostrato di avere fiducia in lei». La terza carica dello Stato «si è fermata ogni volta ad ascoltare il disagio». Senza risparmiarsi. Tre giorni intensissimi: prima Cagliari, poi Oristano, Nuoro e l’Ogliastra. Da tanto tempo il rappresentante di un’istituzione non affrontava un viaggio così lungo nell’Isola («Ultimamente i politici arrivano qui e si fermano poche ore»). Tre giorni sulle orme (sulla carta) di tre donne sarde importanti: Eleonora d’Arborea, Grazia Deledda e Maria Lai. «In realtà», continua Pes, «è stata una visita nel segno del compito che la presidente si è data fin dal suo insediamento: portare la politica in mezzo alla gente, spalancare le porte del palazzo». Ciò che fa già a Roma ogni prima domenica del mese «quando apre le porte di Montecitorio ai visitatori che lei stessa guida nelle stanze». La presidente della Camera, ha ripetuto più volte che porterà le istanze a Roma, che porrà la questione Sardegna all’attenzione dei gruppi alla Camera. Lo farà? E soprattutto, con quale efficacia? «Lo farà perché è suo compito, è la terza carica dello Stato», ricorda il deputato del Pd, «la sua parola e il suo monito hanno un peso differente e una cosa è certa: si è presa a cuore l’Isola. Poco prima di partire mi ha detto: Caterina, a Roma lavoriamoci insieme». L’assessore ai Lavori pubblici, Maninchedda, ha scritto di non aver capito «cosa sia venuta a fare la Boldrini», e perché «ci si senta in dovere di esibirsi davanti all’ospite», definendo i suoi spostamenti «passeggiate ludiche che ricordano le visite dei reali ai nativi». «Rispetto i punti di vista», replica Caterina Pes, «ma il viaggio è stato tutt’altro che una passerella».