Politica: Mura: «In pista 178 milioni, noi scommettiamo sul lavoro» (L’UNIONE SARDA)

Un giorno sì e l’altro pure c’è una vertenza sotto il palazzo a scacchi gialli all’angolo di piazza Giovanni, nel cuore del capoluogo: «Le facce devastate di chi fa i conti con una dignità persa insieme al lavoro». Al settimo piano l’assessore Virginia Mura tocca con mano la stagione economica più disgraziata che potesse incontrare. Tecnico di sponda Pd, decimo mese nella squadra di Pigliaru. In testa il tarlo di una disoccupazione che sfiora il venti per cento e diventa incubo tra i giovani: quasi uno su due è per strada. «Sento il peso di questo ruolo, conosco tante storie di disperazione», racconta con la consapevolezza di chi è in prima linea da anni (guidava la Direzione regionale del lavoro) «ma sono anche convinta che esistano gli strumenti per contrastare l’emorragia di posti di lavoro. Li stiamo mettendo in campo, i risultati si vedranno presto. Sono ottimista». Con questi numeri c’è poco spazio per l’ottimismo. «La congiuntura in Italia e anche quella internazionale non ci danno certo una mano: la Sardegna rappresenta anche un anello debole nello scacchiere economico. Però stiamo lavorando a fondo per invertire la tendenza e dare risposte ai sardi». Come? «Investendo sulle politiche attive, mettendo in moto un circuito virtuoso: non ci limitiamo a tamponare le emergenze, ma guardiamo alle prospettive di sviluppo, investendo sulle potenzialità dei nostri giovani e anche di chi è stato espulso dal sistema produttivo». Tra gli intenti politici e i posti di lavoro passa molta acqua. «Neanche per sogno. I nostri non sono intenti politici, ma progetti chiari e limpidi. E le idee sono sostenute dalle risorse. Abbiamo fatto una semina e presto vedremo il raccolto». Quante risorse? «I programmi messi a correre prevedono uno stanziamento complessivo di 178 milioni. Un processo attivo che inverte la tendenza andata avanti per troppo tempo. Non basta intervenire sulle emergenze con le boccate d’ossigeno a scadenza». Dove andranno questi soldi? «L’obiettivo è il rilancio del mercato dell’occupazione, ci affidiamo a strumenti innovativi basati sulla riforma organica dei servizi per il lavoro, la formazione e la riqualificazione dei lavoratori. Non trascuriamo nessun segmento della catena dell’occupazione». A chi vi rivolgete? «Alle fasce più deboli, ai giovani, alle donne, ai non occupati, ai disoccupati, ai soggetti espulsi dal ciclo produttivo, a chi si vuole mettere in proprio». I centri per l’impiego sono inceppati da tempo. «La riforma dei servizi per il lavoro è un intervento strategico in grado di incidere in modo strutturale nella realizzazione delle azioni rivolte al rilancio del mercato del lavoro». La teoria non basta. «Altro che teoria. I piani d’intervento sono già in pista: avranno risposte pratiche misurabilissime». Tipo? «Garanzia giovani è un pezzo portante della nostra attività. Sono state stanziate risorse per la formazione, i tirocini, l’apprendistato, l’accompagnamento al lavoro, il servizio civile, le startup, i bonus per le assunzioni. Sono previsti anche gli stage internazionali». Qual è la fetta di stanziamenti a disposizione? «Cinquantaquattro milioni». Si possono sprecare in fretta. «Neanche per sogno. Stiamo rispettando tutti i target fissati dall’Unione europea. E lo stiamo facendo meglio di quasi tutte le altre regioni». I giovani sardi stanno perdendo ogni speranza. «Vogliamo fargliela tornare. Guardiamo alla fascia compresa tra i 18 e i 29 anni, anche e soprattutto ai giovani lontani dai tradizionali canali scolastici e universitari, quelli che non sanno neanche come si fa a cercare un lavoro. I Centri per il lavoro li contatteranno uno per uno». In tanti rinunciano anche alla scuola. «Una parte del programma è riservata proprio a questi ragazzi, dai 15 ai 18 anni. Stiamo avviando corsi in grado di contrastare la dispersione scolastica». È ripartita l’immigrazione, ma stavolta è fuga di cervelli. «Guardiamo anche alle eccellenze, può essere un bene che i nostri giovani facciano esperienza all’estero. Ma poi devono tornare». Non sono stati certo agevolati dal Master&back. «Il back non ha funzionato come doveva. Stiamo intervenendo con i fondi per le aziende e puntiamo anche sui prestiti d’onore per chi vuole mettere in modo qualche idea». Nell’armata dei disoccupati ci sono anche i quarantenni, i cinquantenni. «Un’altra parte del nostro programma – che chiamiamo Flexicurity – è riservata a chi è stato espulso dal mondo del lavoro». Quest’anno scade la mobilità per 3mila sardi. Nel 2016 saranno addirittura 25mila. «Sappiamo bene che i numeri sono impietosi, ma vogliamo dare un’opportunità di reinserimento nel mondo del lavoro a chi è in difficoltà. Per questo progetto ci sono 32 milioni». Le aziende sarde annaspano tra la crisi e le tasse. Come fanno ad assumere? «Sono previsti gli incentivi all’occupazione, con bonus e sussidi. Sul piatto sono già disponibili quasi 10 milioni di euro». Nella stagione della crisi c’è chi prova a a reinventarsi imprenditore. «Una tendenza che abbiamo registrato». Con l’ostacolo dell’accesso al credito. «Abbiamo messo in moto il microcredito per favorire l’autoimprenditorialità: 77 milioni per 3mila iniziative». I sindacati sono critici con l’azione della Giunta. «I sindacati chiedono un piano straordinario del lavoro. E questo lo è». (g. z.)

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