(www.sardiniapost.it)
È atteso in Aula ai primi di marzo il disegno di legge diriordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna, composto da 60 articoli e presentato alla conferenza Regione-Enti locali e ai sindacati alla vigilia del suo passaggio in Giunta. Oltre alle quattro Province storiche di Sassari, Oristano, Nuoro e Cagliari, che cambierà il nome in Sud Sardegna, viene istituita la città metropolitana di Cagliari e le Unioni dei comuni che avranno personalità giuridica. Nasceranno anche le associazioni delle Unioni dei comuni che saranno articolate all’interno degli ambiti territoriali strategici. Per ora la legge non individua quali e quanti saranno questi ambiti sui quali costruire anche le nuove estensioni territoriali delle Asl, ma nella proposta sintetica dell’assessore degli Enti Locali, Cristiano Erriu, l’Isola viene suddivisa in sette ambiti per l’esercizio coordinato delle funzioni di area vasta anche in coerenza con i piani locali unitari di servizi alle persone (Plus).
Le Unioni saranno costituite da almeno quattro comuni con popolazione complessiva non inferiore a 10 mila abitanti: avranno potestà statutaria e regolamentare e gli organi vengono individuati nell’assemblea dei sindaci, nel presidente e nel consiglio di amministrazione. Tutte le cariche, come anche quelle delle Province restanti (presidente e consiglio provinciale) e della città metropolitana di Cagliari (sindaco, assemblea e cda metropolitani), saranno a titolo gratuito. Per le sole Province gli organi saranno di secondo livello, cioè eletti dai sindaci. I territori provinciali vengono individuati in quelli storici ante istituzione delle nuove Province soppresse di Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia-Tempio. Fino all’approvazione della legge costituzionale che cancella anche le Province storiche modificando lo Statuto, questi enti svolgeranno le funzioni di area vasta come i servizi di trasporto e viabilità, la pianificazione territoriale o la rete ed edilizia scolastica.
Per il personale dipendente delle Province soppresse è prevista l’assegnazione alle Unioni dei comuni del territorio e in subordine ai comuni del territorio o agli altri comuni dell’Isola. Con le stesse tipologie si prevede l’assegnazione del personale con contratti di lavoro atipici e a tempo determinato. Infine la legge prevede che i nuovi comuni possano nascere solo se in presenza di una popolazione residente di almeno 10mila abitanti, mentre sono previste agevolazioni e contributi per le fusioni di comuni.
Intanto i sindacati regionali Cgil, Cisl e Uil bocciano la bozza.