Rete ospedaliera, la doppia sfida del riordino, tra governance e qualità delle cure

Un grande “Laboratorio Sardegna” della sanità, che assicuri la governance del sistema e favorisca l’implementazione di una rete delle competenze, dell’informazione e della condivisione: questa la filosofia che ha ispirato la riorganizzazione della rete ospedaliera in Sardegna. Un’azione che si inserisce nel quadro più ampio della riforma del sistema sanitario nell’isola, in calce nella legge 23 del 2014 che prevede un riordino complessivo delle Asl, del sistema di emergenza-urgenza ed il rafforzamento dei servizi territoriali.
Una riforma che ha una grande ambizione: quella di riuscire a coniugare appropriatezza, contenimento dei costi e qualità delle cure erogate.
Per questo, davanti ad un folto pubblico nella sede regionale del PD a Cagliari sono stati l’assessore alla Sanità Luigi Arru e il direttore Generale Giuseppe Sechi ad illustrare la ratio della riforma, che vede la sua prima applicazione con la delibera sul riordino della rete ospedaliera regionale.

“Il Partito Democratico, in quanto luogo di partecipazione e di elaborazione di idee si pone come naturale ponte di collegamento tra militanti, cittadini, operatori, istituzioni” ha ricordato Giuseppe Frau, responsabile Sanità del PD Sardegna. “Per questo vogliamo occuparci di Sanità”.

“La sanità riguarda tutti noi perché parla alla nostra salute e di buona sanità abbiamo tutti bisogno”, spiega Frau. “Per questo occorre che venga governata bene ma evidentemente non è stato sempre così se oggi su 3 miliardi di bilancio dobbiamo fare i conti con oltre 400 milioni di disavanzo: è la pesante eredità della gestione del centro destra”. E’ tempo dunque di riformare seriamente il sistema e per questo “occorre che tutti quanti ci esprimiamo nel dire che tipo di sanità vogliamo: ogni azione deve essere improntata a contenere e ridurre il pesante disavanzo che c’è, mantenendo però e garantendo i servizi”.

Un compito non semplice, ma all’altezza delle capacità e delle aspettative del centro sinistra. “Se guardiamo alla storia politica degli ultimi 20 anni, le giunte di centro-sinistra al governo si sono sempre caratterizzate per una coraggiosa opera riformatrice: dal piano sanitario avviato nel ‘94-’99, alla nascita del 118, all’attivazione dell’assistenza domiciliare integrata. E’ degli anni della giunta Soru la legge 23/2005 sul sociale e sulla programmazione integrata, nonché la legge 10 del 2006 che per la prima volta tentava di portare a compimento un riordino complessivo del sistema”.
“Oggi ancora una volta la Giunta Pigliaru con un lavoro serio e scrupoloso cerca di rimettere in sesto la barca della sanità. Occorre agire subito, nei tempi scanditi dalle norme”, tranquillizza Frau. “Il PD farà un grande lavoro nei 60 giorni di tempo previsti dalla delibera, per una larga consultazione con le parti sociali, gli operatori, gli enti locali per passare poi all’esame che farà il Consiglio Regionale.

Prendendo la parola, il direttore Generale della Sanità Giuseppe Sechi ha ricordato le difficoltà del riordino della rete ospedaliera in Sardegna, che parte dal grande lavoro fatto con l’Assessore Dirindin nel 2006 poi impugnato al Tar e stralciato dal Piano Sanitario Regionale: “Questo vuol dire che è mancato uno strumento di programmazione a cui fare riferimento e siamo dovuti andare a ritroso fino a norme molto lontane nel tempo, che datano a partire dal 1980 in poi ”. Altro problema, negli anni 2004-2009 vigevano standard completamente diversi da quelli odierni: “Allora era appena uscita l’intesa Stato-Regioni del 2005 che diceva che i posti letto dovevano essere 4,5 per 1000 abitanti, di cui 1x 1000 per post acuti. Questi standard sono cambiati per ben 2 volte-spiega Sechi- “La prima col Patto per la Salute del 2010, la seconda volta in modo ulteriormente restrittivo con la Spending Review del 2012 che ha definito il parametro di 3,7 posti letto per 1000 abitanti, di cui 0,7 per post acuti”

Intervenuto subito dopo il suo Direttore Generale, l’Assessore Luigi Arru ha spiegato la portata della sfida del riordino della rete ospedaliera in Sardegna: “E’ un momento importante e può essere un momento condiviso per tutti”. Al centro dell’azione di riordino non soltanto le esigenze di razionalizzazione, ha spiegato Arru, ma la tutela dei cittadini sardi in termini di qualità e appropriatezza . “Il case mix (ovvero l’indice di complessità della casistica di ricovero) ci dice che siamo l’ultima regione italiana come peso medio dei ricoveri e che la loro durata è eccessiva. Questo significa che il nostro modello organizzativo è estremamente carente di modelli alternativi all’ospedale”, ha detto Arru. Occorre invece andare nella direzione di un rafforzamento e di un’integrazione ospedale-territorio, ragionando in termini di “hub” e di specializzazione da un lato (nei due poli di Cagliari e Sassari), di raggruppamenti territoriali dall’altro. “Purtroppo noi sardi soffriamo di nanismo: vogliamo fare tutto, tutti e dappertutto non raggiungendo per alcune patologie una soglia di sicurezza per garantire un esito positivo al paziente”.

L’ultimo intervento è stato quello del Segretario del PD Renato Soru: “Apprezziamo il lavoro portato avanti in maniera trasparente, con contributi di competenze esterne, avulse da campanilismi e pressioni territoriali: un lavoro che parte dai dati e che a questi si attiene. Probabilmente si sarebbe potuto fare pirma”, prosegue Soru, “ma ora il lavoro è avviato e dobbiamo continuare in fretta. “Per quanto riguarda la medicina territoriale, la maggior parte dell’importanza sarà giocata dalla rete che sta fra territorio e ospedale: quindi spero che a breve venga approvata la riforma delle Asl– ragiona Soru -anche perché il riordino delle Asl permetterà di mettere in funzione l’AREUS” (Azienda regionale di emergenza e urgenza della Sardegna, la struttura che assorbirà i compiti ora svolti dalle centrali operative del 118, oltre all’elisoccorso e il trasporto di persone, organi e tessuti).
Il Segretario Regionale ha poi invitato, in una visione più ampia di governance delle risorse regionali, a non dimenticare il tema della spesa e dello sforamento di bilancio: “Ci vuole un riequilibrio molto rapido delle esigenze della Sardegna. Bisogna rispondere al fabbisogno di salute della gente ma anche fare ogni sforzo per riportarle dentro uno standard di normalità: inaccettabile uno sforamento di oltre 400 milioni”. Per il Segretario PD occorre quindi uno sforzo collettivo per vincere la doppia sfida sia sul fronte dell’appropriatezza e della garanzia delle cure che su quello del controllo della spesa.

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