Il discorso che come di consuetudine, il Presidente della Repubblica tiene il 31 dicembre è un’occasione per fare il bilancio dell’anno che sta per concludersi ma anche per mettere in luce le sfide di quello che è alle porte.
Quando alle 20:30 i riflettori sono stati puntati sul Quirinale, Mattarella era consapevole di dover pronunciare un discorso non semplice, vista la situazione di tensione politica in cui versa il Paese. In poco più di 15 minuti, ha tracciato un quadro dell’Italia di oggi soffermandosi più volte sui giovani quasi come se volesse fare monito al ministro Poletti e all’infelice battuta di pochi giorni prima. Sono proprio coloro che devono lasciare l’Italia il tema principale del discorso, tutti quegli italiani che si trovano all’estero per studiare o perché nel nostro Paese non hanno avuto l’opportunità di realizzarsi. Attraverso una sorta di mea culpa, prendendo coscienza di non essere sempre in grado di fornire i mezzi per sostenere le migliaia di giovani che vorrebbero costruire il proprio futuro nella loro terra d’origine, che Mattarella ricorda coloro che all’estero sono morti per inseguire un sogno, da Giulio Regeni a Fabrizia di Lorenzo, morta nel recente attentato ai mercati natalizi di Berlino.
Consapevole della grave crisi lavorativa che attanaglia il paese, Mattarella rimarca più volte la necessità di garantire a tutti un posto di lavoro dignitoso, requisito indispensabile per sentirsi pienamente cittadini in un paese che continua a essere segnato dalle disuguaglianze, non solo in ambito lavorativo ma anche di genere.
Mattarella passa in rassegna tutti i temi che hanno segnato non solo la politica nazionale ma anche la estera, soffermandosi sul terrorismo e sul clima di apprensione che esso suscita. A tal proposito però, invita a non farsi trascinare dalle emozioni, associando la figura del migrante a quella del terrorista, evitando di dar seguito alla spirale di odio che spesso imperversa tra alcune schiere politiche.
Non poteva mancare, un richiamo al referendum e alle vicende che hanno portato alla formazione del governo Gentiloni. Viene accolta con entusiasmo la grande partecipazione alla consultazione popolare, segno di grande maturità politica del popolo, al contempo tende a precisare l’impossibilità di indire nuove elezioni a causa dell’inadeguatezza della legge elettorale. E’ un Presidente che proprio a tal proposito tende a evidenziare, quasi come voler spiegare una volta per tutte, il perché abbia non abbia proceduto a sciogliere le Camere, ritenendo elevato il rischio di ingovernabilità.
Un forte appello viene fatto all’unità e al senso di comunità, due temi centrali che fungono da filo conduttore di tutto il discorso, rievocando i momenti di difficoltà che gli italiani sono stati chiamati ad affrontare durante questo lungo 2016, tra questi particolare rilievo viene dato ai sismi che hanno colpito la penisola. Ed proprio mostrando un disegno realizzato da alcuni bambini residenti nelle zone colpite dal sisma, che Mattarella conclude il suo discorso, augurando a tutti gli italiani che proprio i sogni dei bambini, come quelli dei paesi terremotati, possano :”costruire il futuro della nostra Italia”.
Sara Perredda