Si è svolto stamane a Cagliari, nella sede della fondazione Berlinguer in via Emilia, il dibattito dal titolo: Un nuovo orizzonte per l’Europa, organizzato dall’associazione Sinistra Dem. Ad introdurre il dibattito è stato Yuri Marcialis che nel ricordare come la sinistra moderna non possa più trovare la sua purezza nella superiorità dottrinale ha rimarcato la necessità di politiche coerenti con l’appartenenza del Pd al Partito Socialista Europeo e di un’assunzione di responsabilità da parte dell’Unione Europea sulle vicende che stanno coinvolgendo in questi mesi il medio oriente. Il segretario regionale del Pd Renato Soru, augurandosi che l’attività di Sinistra Dem non sia quella di una corrente rispetto al partito ha sottolineato l’importanza del dibatitto e la necessità di partecipare alle iniziative, tutti insieme: “Siamo un grande partito solo se sappiamo partecipare tutti e fare insieme la sintesi delle nostre posizioni, idee e prospettive”. L’eurodeputato sardo ha ripercorso il cammino dell’unione europea in questi mesi, partendo dalle elezioni del maggio scorso dove i cittadini hanno potuto scegliere direttamente il proprio presidente della commissione europea, il quale ha posto due fondamentali linee di sviluppo: l’economia digitale e l’ambiente. “Su questi temi la Sardegna deve essere protagonista, ha tutti i requisiti per crescere e per superare il divario con le altre regioni d’Europa” ha detto Soru. Il quadro economico e sociale è stato affrontato dal segretario regionale della Cgil Michele Carrus che ha condannato le politiche di austerità, il capitalismo senza regole e il liberismo, riscontrando nei partiti, nazionali ed europei, un’autosufficienza che va in opposizione rispetto agli stessi principi di democrazia ereditati dalla rivoluzione francesce. Il senatore Ignazio Angioni ha parlato dei populismi europei, che hanno investito l’Italia, portando ad una istabilità politica “Ma sono emersi anche in Francia e Ighilterra, dove la politica e i partiti di massa sono stati capaci di affrontare l’emergenza con radici profonde e una chiara prospettiva sul futuro”. Prima delle conclusioni di Gianni Cuperlo, gli interventi di Eugenio Orrù che ha posto l’accento sulle radici culturali europee che dovrebbe coltivare il Pd, partendo dagli intellettuali italiani, mentre Bruno Concas ha ricordato, partendo dalla sua esperienza personale, che fare politica nel Pd significa stare nei luoghi del disagio e del bisogno, anche aggrappandosi e idee e simboli che se pur appartenenti al passato rimangono sempre attuali. Nel suo intervento Gianni Cuperlo, ex presidente del Partito Democratico, ha ripercoso i principali momenti del terrorismo italiano e internazionale: “Ci sono alcune cose che incidono profondamente sul nostro modo di pensare e di capire i problemi, una di queste è la drammaticità della morta in diretta, quella che abbiamo visto a Parigi il 7 gennaio o le esecuzioni dell’Isis e che ci si deve interrogare su come uscire da questa brutta stagione” ha detto Cuperlo. I populismi, anche nazionali, non aiutano, anzi, creano ulteriore confusione, secondo il parlamentare democratico, mentre l’Europa è sempre più chiusa in se stessa nella ricerca di soluzioni economiche e finanziarie. “L’Unione Europea rischia di essere un luogo in cui non si svaluta la moneta ma si svaluta il lavoro, dove il rischio prodotto dal credito delle banche tedesche viene mutalizzato dall’Ue”. Infine, sulla sinistra, sulle posizione della minoranza interna al Pd, ricorda il buon lavoro fatto in parlamento e nelle commissioni e la poca capacità di ascolto da parte del governo. “Nonostante questi limiti- ha concluso Cuperlo- riconosco a Matteo Renzi grandi capacità e un grande dinamismo che ci ha portati ad un grande risultato alle elezioni europee, ma noi siamo qua, abbiamo poposte, idee, e vogliamo fare politica anche in questo campo aperto”.