SANITA’, SORU: CAPPELLACCI CONFONDE I NUMERI PER NASCONDERE SUE RESPONSABILITA’.

Cappellacci mistifica la realtà, affermando di aver trovato nel 2009 un buco di 300 milioni di euro nel bilancio della Sanità sarda. Sulla spesa sanitaria in Sardegna, possiamo analizzare diverse serie storiche, ma tutte ci raccontano di una spesa che cresce negli anni 2001-4 con il centro destra, che ritorna poi all’equilibrio di bilancio con il centro sinistra, ed infine torna in alto fino ad esplodere con la gestione Cappellacci. 

Se facciamo un confronto tra il fabbisogno standard per la sanità sarda calcolato dal Cipe sulla base della quota pro capite per il numero di abitanti e i fondi stanziati nel bilancio regionale, osserviamo per il 2007 un disavanzo di 64 milioni di euro, che scende a 44 nel 2008 nell’ultimo anno di gestione della passata legislatura di centro sinistra. Disavanzo che sale negli anni successivi, quando alla Regione arriva Cappellacci: 135 milioni nel 2010, 154 nel 2011, 370 nel 2012 fino a 365 milioni nel 2013.
Lo stesso andamento si riscontra leggendo le serie storiche del MEF, pubblicate nel 2015: per il 2007 il disavanzo ammonta a 115 milioni, per il 2012 è di 392 milioni, per il 2013 è di 384 milioni.
La giunta Pigliaru adesso è chiamata a ripianare quei debiti, prodotti dal non-governo di Cappellacci. E se dovrà chiedere sacrifici ai sardi sarà per pagare il conto aperto dall’allegra gestione del centro-destra. E’ bene che i cittadini lo sappiano.
L’altra favoletta ripetuta come un mantra dall’ex presidente della Regione è quella del grande errore dell’accordo Prodi-Soru, che ha portato a carico della Regione le spese che prima erano a carico dello Stato.  Cappellacci non spiega però che già prima di quell’accordo la Sardegna finanziava 2/3 del bilancio sanitario coi gettiti di Irpef e Irap, mentre un terzo spettava allo Stato sulla base del fabbisogno. L’ultimo anno prima dell’accordo questo importo era di 900 milioni di euro.
Con l’accordo da una parte ci siamo accollati il finanziamento di un terzo della spesa (900 milioni) ma la quota di compartecipazione al gettito iva, che fino ad allora era variabile di anno in anno ed ammontava a circa 200 milioni di euro, è salita in quota fissa ad un miliardo e 800 milioni per anno, con un ricavo pari a quasi il doppio del costo del finanziamento della sanità. Altro che danno per i conti dell’isola! Avevamo ottenuto un’enorme certezza finanziaria e una grande quantità di risorse aggiuntive per le altre politiche della regione.
Ma a partire dal 2010, anziché farsi pagare dallo Stato tutte le entrate dovute Cappellacci si è accontentato di incassarne solo una parte, guardandosi bene dall’attivare il tavolo previsto dalla legge sul federalismo fiscale per concordare il contributo della Sardegna al risanamento del debito dello Stato.  E mentre faceva questo ha per giunta ommesso di vigilare sulle riserve erariali e gli accantonamenti, pari a 680 milioni di euro all’anno.
A causa di queste colpevoli inadempienza nasce la situazione con cui si è dovuta confrontare la giunta Pigliaru, che tuttavia in questi mesi ha compiuto passi importantissimi, chiudendo la verifica dettagliata di ogni diritto di compartecipazione a tributi e tasse per i sardi, facendosi restituire le riserve erariali e facendo chiarezza sugli accantonamenti addebitati alla Sardegna, che andranno gradualmente ridotti e poi eliminati.

Renato Soru

Ultime news

Torna in alto