Sulla questione relativa alla discussione della delimitazione dei confini marini tra Sardegna e Corsica è necessario fare un chiarimento. “Al fine di porre ordine davanti alle tante imprecisioni che vengono messe in giro dal deputato Pili al solo scopo di ottenere qualche titolo o apertura di giornale” dice Emanule Cani. Tutto nasce dai contenuti dell’accordo di Caen firmato nel 2015. Considerata la sua natura, l’Accordo di Caen è sottoposto a ratifica parlamentare e, pertanto, non è ancora in vigore. Che significa che tale accordo è modificabile in corso d’opera. Comunque per quanto riguarda la Sardegna non sarà neppure necessario modificarlo in quanto i contenuti dell’Accordo, prevedono che per il mare territoriale tra Corsica e Sardegna, è stato completamente salvaguardato l’accordo del 1986, inclusa la zona di pesca congiunta, dicono alla Farnesina, ed inoltre eventuali correzioni potranno essere richieste in sede di ratifica dell’accordo. Sembrava infatti che più che normali relazioni tra due stati membri dell’Unione Europea, che si adeguano con molto in ritardo alle convenzioni internazionali, si fosse davanti ad una Yalta in formato minore e ad un Congresso di Vienna in versione segreta, con tanto di spartizioni territoriali e scambi di zone di influenza. “I parlamentari del Partito Democratico saranno molto attenti – come avvenuto ieri con la presentazione e l’approvazione dell’ordine del giorno sul tema in occasione della discussione del collegato agricoltura e pesca alla legge di stabilità – affinché gli impegni del Governo siano rispettati, ma nel frattempo penso occorra denunciare e prendere le distanze da un modo di far politica che lucra sul clamore e la disinformazione, pur di breve durata” dice Francesco Sanna. Per ora i parlamentari sardi esprimono la soddisfazione per i pescatori sardi a fianco dei quali sono sempre stati anche nel recente passato ad esempio per quanto riguarda la problematica relativa alla pesca del tonno rosso. “Saremmo stati pronti a contrastare qualsiasi intesa che avesse in qualche modo pregiudicato le le loro attività o comunque il nostro territorio” dice Silvio Lai. Stabilito che non ci saranno modifiche o pregiudizi per la Sardegna occorre aprire nuovamente una riflessione su quanto può essere utile alla nostra isola, dare credito a polemiche strampalate, urlare a gran voce su presunte svendite dei mari o presentare ordini del giorno in Parlamento chiaramente irricevibili.