CAGLIARI. La giunta Pigliaru mette la spesa dei Fondi europei al centro del programma ma restano i problemi legati alla burocrazia imperante e ai meccanismi farraginosi degli appalti. L’assessore al Bilancio, Raffaele Paci, non ha dubbi: «La regola deve essere che prima si spendono le risorse europee e solo quando questo non sarà possibile si useranno i fondi regionali». Per molte organizzazioni del mondo produttivo, si tratta, però, di evitare i «soliti errori» e chiudere definitivamente la politica del «rattoppo» fatta per impiegare le risorse rimaste sulla carta.
Sbagli facili da individuare, visto che, per troppi anni, il Centro di programmazione ha pensato solo a rendicontare, (senza programmare), e troppo spesso sono stati elaborati progetti-sponda solo per non perdere i soldi.
Le risorse ci sono. Ora sono disponibili 380 milioni di euro non spesi dal precedente quadro 2007-2013 a cui si devono aggiungere i 220 milioni depositati nelle casse della Sfirs, un fondo che migliora il bilancio della finanziaria regionale ma che non incide in modo significativo nel sistema economico. L’europarlamentare Renato Soru, che alla fine di gennaio ha organizzato un convegno sui Fondi europei per fare il punto della situazione, propone una maggiore territorializzazione della spesa.
«Si dovrebbero individuare le grandi aree urbane», afferma Soru, «e mi riferisco quindi a Cagliari, Sassari, Olbia, Nuoro e si dovrebbe affidare direttamente a queste aree la programmazione e l’utilizzo delle risorse. Le nuove regole europee lo permettono».
Evitando i soliti errori e Soru ne indica uno, recentissimo: «E’ stato fatto da poco un bando che metteva a disposizione dei Comuni 71 milioni di euro. Nella fretta, però, è stato predisposto un bando a sportello». Per essere chiari, è come se in una mensa chi arriva per primo prendesse tutto il cibo e lasciasse gli altri senza niente.
«Nella fretta sono stati distribuiti 71 milioni di cui otto solo per un piccolo Comune», dice Renato Soru, «non si può fare un bando dove chi arriva non viene finanziato una volta ma otto volte».
Per la cronaca, il Comune è quello di Sennori il cui sindaco è il consigliere regionale Roberto Desini. Spiega ancora Soru: «Il principio da adottare è sempre quello della solidarietà e dell’equità». Fermo restando che i Fondi europei devono essere spesi con un occhio alla qualità degli interventi.
In Sardegna, la storia dei fondi Ue è contraddistinta da tante opere realizzate grazie a quelle risorse ma anche grandi sprechi e occasioni sprecate. Tra queste sicuramente il progetto Bulgas. Si trattava di realizzare una grande infrastruttura a banda ultra larga in tutta la Sardegna, compresi i piccoli comuni. Un solo problema: i cavi in fibra ottica dovevano essere sistemati in concomitanza con i lavori di posa delle tubazioni per la realizzazione della rete del gas. Saltato questo progetto, è caduto l’intero finanziamento. La difficoltà nella spesa dei fondi europei è condivisa con le altre regioni meridionali che, tutte insieme, dovranno impiegare entro dicembre 14,2 miliardi di euro di cui 2,6 miliardi devono essere spesi entro l’anno in corso per evitare il rischio di disimpegno automatico.