Scordatevi il vecchio Pd. Il partito che c’è ma non si vede, sordo, diviso, litigioso su tutto: ora c’è il Pd di Renato Soru. È lo stesso neo segretario regionale dei dem ad annunciare che la nuova era è iniziata. Lo fa nella sede sassarese del partito, al secondo piano di un palazzone borghese di via Mazzini, davanti ai segretari dei circoli arrivati da tutta la provincia. E lo fa con un insolito entusiasmo che traspira non solo dalle parole ma anche dall’espressione sorridente del viso: «Vi do una buona notizia», esordisce l’ex governatore sardo alzandosi in piedi in una saletta riunioni stracolma di persone, «il Pd in Sardegna c’è». Al suo fianco ci sono i segretari provinciale e cittadino di Sassari, anche loro freschi di nomina, Gianpiero Cordedda e Fabio Pinna, e il sindaco di Sassari, Nicola Sanna, da sette mesi duramente contestato in Consiglio comunale dal suo stesso gruppo. Ma Soru, giacca di lana verde sopra un pullover blu, spazza via con i gesti e con le buone intenzioni ogni dissidio, prima di sedersi ad ascoltare la voce dei circoli: «La Sardegna ha bisogno di cambiare, e per riuscirci c’è bisogno di una mobilitazione vasta, con l’impegno di tutti. Per questo ho voluto fare il segretario del Pd, e per questo vi chiedo cosa vi piacerebbe che io facessi affinché ogni circolo, voi, possiate lavorare al meglio». L’invito di Soru non può essere rifiutato, ed ecco che davanti all’europarlamentare sfilano tanti segretari, che riversano sulla nuova guida del Pd tutto il loro disincanto verso un partito che per troppo tempo, dicono, li ha semplicemente ignorati. Giampaolo Mameli, coordinatore del circolo Berlinguer di Sassari, chiede che una volta per tutte il Pd smetta di essere il partito delle tessere, e che le primarie siano aperte a tutti, anche a livello locale. Pinuccio Vacca, ex assessore provinciale, circolo di Porto Torres, ricorda che nella sua città fra poco si andrà a elezioni, e si augura che l’attuale sindaco, Beniamino Scarpa, eletto a suo tempo da un Pd spaccato come sempre, «vada a casa prima possibile». Marco Murgia da Ozieri, non la tira per le lunghe e dice chiaro e tondo a Soru che il circolo Pd di Ozieri si è svuotato. Si sgonfiato di iscritti perché discutere per ore, elaborare contenuti, credere nel partito dall’interno di un circolo non ha senso. E non lo ha perché «non c’è un livello superiore del partito che riceva e ascolti le nostre idee. È tutto inutile», spiega, «se il Pd vuole rilanciare i circoli, deve prima di tutto ascoltarli». La litania non cambia quando prende la parola Pietro Biosa, del circolo Puglisi di Sassari: «Io sono iscritto a un circolo dal 1971, e quando mi son sentito dire che i circoli sarebbero stati chiusi, ho perso ogni fiducia». Gianfranco Satta, sindaco di Tergu va oltre: «Ho potuto vedere che l’azione del partito è cambiata, si ascoltano i territori. Si deve andare avanti così».