(linkoristano.it)
Il segretario provinciale del Partito democratico Alessio Mandis interviene sul dibattito aperto dalla vicenda dell’impianto per la produzione di energia elettrica termodinamico e a biomasse che si vuole realizzare nelle campagne di San Quirico, alla periferia di Oristano. Lo ha fatto ieri a tarda sera, diffondendo una nota alla vigilia del consiglio comunale del capoluogo, convocato per questo pomeriggio. Il suo intervento appare in contrasto con la posizione del suo compagno di partito e sindaco Guido Tendas che sinora si è limitato a evidenziare come l’iter procedurale del progetto vada oltre le competenze del Comune, chiamato in sostanza a una sorta di presa d’atto.
Di seguito l’intervento del segretario Mandis.
Seguo con molta preoccupazione e perplessità la vicenda che sta riguardando il progetto di realizzazione dell’ impianto solare termodinamico ibrido, nelle campagne di San Quirico, fra Oristano e Santa Giusta.
Innanzi tutto perché credo che ogni comunità abbia il diritto ed il dovere di presidiare il luogo in cui vive e lavora. Sempre. E di custodirlo. E di decidere, collettivamente, come impiegare il suolo, l’ambiente e le risorse che sono parte essenziale di quel contesto geografico e sociale sul quale quella stessa comunità ha deciso di progettare il proprio futuro e di essere protagonista e non spettatrice di scelte strategiche che non possono essere imposte né dal tempo della burocrazia né dalle contingenze economiche o industriali.
L’impiego del suolo, dell’acqua, la produzione energetica e lo sviluppo industriale, in Sardegna e nelle nostre comunità dovrebbero essere pianificate, e questo, nella nostra isola, non succede.
Non esiste ad oggi un Piano Energetico Regionale che ci dica dove la Sardegna si debba dirigere nei prossimi vent’anni. Un Piano che ci dia la possibilità di scegliere tra il modello di un’isola piena di industrie dell’energia, soggetta al rischio della speculazione economica ed all’impiego di porzioni di territorio e risorse naturali; o quello di un’Isola in cui il concetto di sovranità diventi reale e compiuto.
Dove alla speculazione ed alla logica dei numeri del mercato si sostituiscano il buon senso, gli interessi comuni e, appunto, la sovranità delle scelte su come, dove, e per chi produrre.
In attesa che i sardi finalmente ragionino sull’opportunità dell’una o dell’altra scelta, spero vivamente che il Consiglio Comunale di domani, ad Oristano, si fermi a riflettere, partendo innanzi tutto dall’ascolto di quei cittadini che sentono il proprio livello di qualità della vita, ed i propri progetti di sviluppo, messi a repentaglio da investimenti i cui benefici cadranno molto lontano da dove invece ricadranno i costi, economici e sociali.
Mi auguro che il PD sappia farsi protagonista in questa fase di ascolto attivo, interpretando al meglio il sentire comune della cittadinanza oristanese.