Una buona scuola. Non semplicemente una scuola

Di Romina Mura

Lo scorso anno scolastico cercai, in tutti i modi, di convincere alcuni genitori, affinché lasciassero i loro figli nella scuola del mio Comune. Sadali.  La mia amministrazione spendeva per la scuola, come mai si era speso in precedenza.
Bonus scuola. Bonus formazione. Interventi di sostegno per i bambini speciali. Risorse per l´insegnante di sostegno nella pluriclasse.  Trovavo inaccettabile che nonostante ciò, quei genitori volessero portare via i loro figli dalla pluriclasse sadalese.
Non ci fu niente da fare.  Portarono i bambini a Seui.  Perché sostenevano che piuttosto che le pluriclassi, preferivano viaggiare ogni mattina. D’altro canto però qualcuno di voi, ha mai percorso la Sadali-Esterzili in pieno inverno? Talvolta impraticabile. Sempre faticosa.  A maggior ragione per i bambini.

Perché una buona scuola oltre che con una prima, una seconda, una terza, una quarta e una quinta, si fa con una viabilità possibile.  E con mezzi di trasporto adeguati. Con Giuseppe Carta, Sindaco del comune di Seulo, eravamo a un passo da avviare il progetto della scuola itinerante.  L´idea era di salvaguardare due valori, secondo noi, altrettanto importanti.
La qualità didattica e insieme la vitalità comunitaria.  Perché la scuola oltre a essere presidio di cultura è motivo di vita ovvero di morte civile.  A dire il vero per un intero anno scolastico, i ragazzi di Seulo, hanno frequentato la scuola media a Sadali.
Hanno viaggiato tutti i giorni, noi a Sadali abbiamo garantito la mensa.  È stata un´esperienza possibile.  Con molti aspetti da migliorare.  Ma un esperienza con cui abbiamo praticato una modalità alternativa alla pluriclasse.  Che, verosimilmente, praticheremo in futuro.  Lo auspico.
Ritengo, ancora, che la scuola itinerante sia la fattispecie su cui lavorare a Sadali, Seulo ed Esterzili. A condizione, ovviamente, che la viabilità e i trasporti fra i nostri Comuni, divengano sostenibili d´estate e d´inverno.

Tempo fa, ministro dell´istruzione era la Gelmini, partecipai a un interessante e ricca di spunti iniziativa del Partito democratico. Si presentava il libro di Mila Spicola ´La scuola si è rotta´.
Una delle relatrici era Maria Antonietta Mongiu. Ricordo il punto di caduta comune della discussione.
La Sardegna non può reggere i parametri di riorganizzazione scolastica dettati dal Ministero.
Deve esercitare le proprie prerogative autonomistiche. E strutturare, con legge, una rete scolastica regionale.
Partendo da quelle che sono le peculiarità sarde. L´orografia e la demografia.  E con grande attenzione a uno dei maggiori gap infrastrutturali: l´insufficienza della rete viaria. E del sistema dei trasporti.
Perché una buona scuola come ho anticipato sopra si fa anche efficientando il sistema di viabilità e trasporti.
Anche il sistema sanitario e quello dei servizi più in generale si fa attraverso l´ottimizzazione del sistema viario e dei trasporti.
E i sistemi economici-produttivi diventano competitivi se sono raggiungibili e accessibili in tempi possibili.
E l’emorragia dello spopolamento si può arginare se i territori sono, anche, accessibili e raggiungibili in tempi, ancora, possibili.
Mi sono persa. No, non mi sono persa. E che parlando di scuola, si parla di sviluppo, si parla di infrastrutture, di welfare, in definitiva di pari opportunità. E io credo che in Sardegna per costruire una buona scuola, non una scuola qualsiasi, si debba esercitare l´autonomia speciale. Attraverso l´approvazione di una legge di riorganizzazione della rete scolastica. Avuto riguardo, ripeto, all´orografia e alla demografia.

Detto ciò, aggiungo.  Il Piano di dimensionamento scolastico, in corso di definizione in Regione, deve essere oggetto di un ulteriore concertazione con i territori e coi Sindaci.
Perché i Sindaci e i territori, a dispetto di chi in queste ore professa e strumentalizza con interventi inopportuni e/o sceneggiate, hanno piena consapevolezza della necessità di costruire poli scolastici che garantiscano un´istruzione di qualità. E quindi pari opportunità. Anche per i bambini che nascono e vivono in periferia.
E il Partito democratico, come ben rappresentato dal segretario Soru, durante i lavori di Milis, darà, attraverso i propri organismi dirigenti, un contributo di sostanza al disegno di un nuovo sistema scolastico regionale.

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