Una nuova legge per rilanciare le attività sportive

(L’Unione Sarda)

C’è chi lo identifica con trofei e medaglie e campioni. Ma l’agonismo è solo una piccola fetta dello sport, prima di tutto strumento di crescita personale e, più in generale, di prevenzione sociale e sanitaria. Da qui la proposta di una nuova legge regionale nel settore, sostitutiva della legge 17 del 99, che destini l’1% del bilancio della spesa sanitaria (pari a circa 30 milioni di euro) alla promozione dell’attività sportiva. La presentazione lunedì, durante il convegno “Le legislazioni a confronto – Nazionale e regionale” organizzato al T Hotel di Cagliari dal Comitato regionale Uisp Sardegna per sancire la volontà, a più livelli istituzionali, di dar vita a un nuovo quadro normativo. Primo passaggio, il ripensamento anche in sede legislativa della definizione dello sport, con maggiore dignità per l’attività giovanile, il volontariato sportivo come la pratica libera dal tesseramento. Un movimento che, tradotto in percentuale, rappresenta circa l’80% del totale dei praticanti. Così inteso, lo sport si candida come risposta ai bisogni di salute, benessere e socializzazione, anche del territorio più piccolo e isolato. «L’Italia veste la maglia nera per sedentarietà, circa il 40% per cento contro il 25% della media europea e addirittura il 5% della Finlandia», ha ricordato il deputato Pd Filippo Fossati, tra i proponenti di una legge nazionale sul settore, «eppure l’indotto economico legato allo sport è florido e investe diversi settori». Impiantistica, abbigliamento tecnico, attrezzature, tutto cresce se aumenta la pratica sportiva. Anche la salute, nella doppia accezione di benessere e strumento di prevenzione dell’obesità e di cinque patologie su tutte: cardiovascolari, ictus, tumore al colon e al seno, diabete di tipo II. «Se solo l’1% in più della popolazione diventasse attiva dal punto di vista motorio», ha fatto notare Roberto Deriu, consigliere regionale PD, «la spesa sanitaria diminuirebbe di 1 milione 700mila euro: aumentare la possibilità di sport significa aumentare il tasso di salute della popolazione e diminuire la domanda di sanità e la spesa relativa». Oggi quest’ultima ammonta a 3 miliardi di euro. «Quanto richiediamo, ovvero l’1% ma anche lo 0,3 o 0,5% per cominciare, non inciderebbe assolutamente sul bilancio», ha aggiunto Deriu, «in compenso, sarebbe una risorsa finanziaria enorme per lo sport, purché impiegata in una nuova organizzazione».

Ultime news

Torna in alto