“Il sistema delle imprese, le autonomie locali, i partiti ed i sindacati devono leggere attentamente i dati comunicati dalla Agenzia delle Entrate al Ministero dello Sviluppo Economico, relativi al primo anno di applicazione delle agevolazioni fiscali (Zona Franca Urbana) a favore delle piccole imprese operanti nei 23 comuni del Sulcis Iglesiente”. Lo dichiara il deputato democratico Francesco Sanna, chenella scorsa legislatura aveva assunto l’iniziativa in Parlamento che portò alla istituzione della misura ed al suo finanziamento nella leggeCompetitività.
“I dati macro sono molto soddisfacenti. Sino al 2 settembre scorso, 3282 imprese hanno utilizzato le agevolazioni per pagare tasse e contributi previdenziali per 31,2 milioni di euro (31.198.199 euro, per la precisione). Si tratta del 24% del totale disponibile, pari a 124,5 milioni di euro. Penso che questa misura abbia contribuito a stabilizzare molti posti di lavoro che altrimenti si sarebbero cancellati. I dati analitici ci diranno se hanno anche creato nuovaoccupazione.
Mediamente, ogni impresa che ha fruito delle agevolazioni ha utilizzato poco più di un terzo di quanto le è stato assegnato (33,73%). Prime nella classifica di utilizzazione (con il 37,82 % ciascuna, 1,275 milioni) le 123 imprese con sede a Portoscuso, seguite dalle 723 di Carbonia (37,76%, 7,7 milioni). Ben piazzate anche le 646 di Iglesias (36,29%, 6,61 milioni) e le 23 di Villaperuccio (37,75%, 246,845 euro).
Con questo ritmo di utilizzazione, più o meno tutte le imprese che hanno iniziato a”tirare” le agevolazioni finiranno le loro disponibilità entro la fine del 2017, molto prima di quanto astrattamente previsto dalle regole della ZFU, e questo è prova di un suo notevole successo tra le aziende”,continua Sanna.
“Si conferma tuttavia una criticità sulla quale è arrivato il momento di avviare una riflessione ed assumere le decisioni conseguenti. 1.093 imprese hanno messo nel cassetto il loro decreto di agevolazione e a distanza di un anno, non hanno utilizzato nemmeno un euro dei 32,468 milioni di euro a loro disposizione. Il perché deve rintracciarsi probabilmente nel fatto che la maggior parte di esse sono ditte individuali, ed hanno meno possibilità di compensare tasse, imposte e previdenza dei dipendenti. Se il fenomeno di blocco integrale delle risorse persistesse, occorrerà valutare sia la possibilità – molto complicata – di cambiare le regole di utilizzazione in corso d’opera, sia di decidere il reimpiego della ingente somma a favore di altre iniziative produttive”, conclude il deputato democratico.