Il caregiver familiare – colui che assiste gratuitamente e volontariamente familiari o conoscenti non autosufficienti – è una figura su cui si regge il welfare del nostro Paese, una vera colonna portante, rimasto finora privo di tutele e di diritti fondamentali, come quello al riposo, alla salute, alla vita sociale. Il caregiver familiare è un compito sostanzialmente appannaggio delle donne, che scontano conseguenze pesanti, come la difficoltà a conciliare attività di cura e lavoro o ad avere una qualità della vita accettabile.
Riconoscere il ruolo del Caregiver familiare come fonte di ricchezza sociale, ampliare l’attenzione mettere a loro disposizione una rete di sostegno nell’ambito del sistema integrato dei servizi regionali, per facilitare la creazione di un clima di dialogo tra medici, specialisti e caregiver che rafforzi quell’alleanza terapeutica indispensabile in un percorso di cura, sono essenzialmente gli obiettivi della proposta di legge regionale n.269, presentata lo scorso 23 ottobre, prima firmataria la consigliera regionale del Partito Democratico, Rossella Pinna e i consiglieri Pietro Cocco, Comandini, Cozzolino, Deriu, Forma, Piscedda, Solinas Antonio, Tendas, Perra.
Dare supporto a chi per scelta o per necessità affronta questo difficile percorso che sconvolge il normale ritmo di vita, non è più rinviabile considerato che numerosi studi hanno indagato sull’importanza dell’attività assistenziale svolta dai caregivers e sugli effetti negativi sulla qualità della vita, sul benessere psicologico, sul sovraccarico emotivo, derivanti dall’essere costantemente a contatto con malattie invalidanti .
Il caregiver è un protagonista e un alleato delle istituzioni, ma anche l’altra vittima della malattia, in quanto può andare incontro a depressione, impoverimento di relazioni sociali, amicali, sindrome di burnout e, non rara, la morte prematura.
“Non possiamo più ignorare l’urgente necessità di una norma che riconosca quanto assistere una persona non autosufficiente possa essere faticoso e totalizzante, con profonde ripercussioni sulla vita privata e sulla salute ma al tempo stesso perno dell’assistenza erogata dalle famiglie verso le persone non autosufficienti” – afferma l’on. Rossella Pinna. “Per il ruolo di supporto al Welfare che ha via via assunto, il caregiver familiare deve avere il riconoscimento sociale che merita. Con questa proposta di legge vogliamo dare una prima e concreta risposta in termini di ausilio, di prevenzione, di supporto psicologico, alle tante persone impegnate nella cura di un proprio caro, riconoscendogli non solo un ruolo attivo nel P.A.I. Piano Assistenziale Individualizzato, ma diritti come l’informazione, la formazione, il sollievo, e il sostegno anche verso forme di associazionismo e di rappresentanza.
E’ importante che anche l’esperienza maturata nell’attività di assistenza e cura prestata dal caregiver familiare non vada dispersa ma possa essere valutata ai fini di una formalizzazione delle competenze o quale credito formativo per l’accesso a percorsi finalizzati all’acquisizione della qualifica di operatore socio-sanitario o di altre figure del repertorio regionale in ambito socio-sanitario, aumentando così le possibilità di un inserimento lavorativo. La nostra proposta prevede, inoltre, che la Regione possa favorire intese e accordi con le compagnie assicurative e le rappresentanze datoriali per una maggiore flessibilità nell’orario di lavoro, fino a prevedere, compatibilmente con le risorse disponibili, forme di sostegno economico.
Certo – afferma in conclusione l’esponente del PD – le soluzioni alle problematiche, ai bisogni, alle azioni da mettere in campo in favore dei caregivers non finiscono qui, in attesa che anche il Parlamento prenda importanti decisioni in termini di tutele previdenziali, che, come noto, alle regioni non competono, occorre dare il via a nuove e urgenti misure per agevolare questo percorso”.