Ieri mattina il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau, a Roma presso la sede della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali ha firmato degli atti relativi al referendum abrogativo anti trivellazioni che il 9 e 10 novembre verranno depositati in Corte di Cassazione.
I delegati regionali delle dieci regioni (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) che hanno nelle rispettive aule consiliari approvato le delibere per attivare la richiesta di referendum abrogativi relativi ad alcune parti dell’art.38 dello Sblocca Italia e dell’art. 35 del decreto Sviluppo, ieri hanno firmato – nello specifico – l’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione con le denominazioni (titoli) attribuite d’ufficio a sei quesiti referendari e le memorie recanti osservazioni sugli stessi.
Dopo il deposito dei sei quesiti referendari e delle delibere approvate dalle rispettive assemblee legislative, avvenuto lo scorso 30 settembre, i rappresentanti dei Consigli regionali delle dieci regioni, hanno formalizzato i quesiti e tutti gli atti necessari all’avvio dell’iter referendario.
«Il senso dell’azione referendaria – dichiara il presidente Ganau – è il blocco di tutti i progetti in essere. La sua approvazione farà sì che il divieto sia assoluto e non superabile, in quanto non potrà più essere introdotta alcuna norma che lo consenta. La Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, promuovendo all’unanimità l’iniziativa, e le assemblee legislative che hanno dato seguito con l’ approvazione delle delibere consiliari ai sei quesiti referendari – aggiunge il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda – hanno voluto ribadire con forza il proprio no ad ogni intervento di piattaforme petrolifere entro le 12 miglia in mare, ribadendo il proprio diritto ad esprimersi su progetti di grande impatto ambientale, che interessano i loro territori e le loro popolazioni, riaffermando il ruolo delle regioni e dei suoi rappresentanti eletti».