BOLOTANA. Il sindaco di Bolotana, Francesco Manconi (Pd), ha ufficialmente ritirato le dimissioni. La decisione, che era nell’aria da qualche giorno, verrà resa pubblica oggi con una lettera che verrà consegnata a tutti i consiglieri comunali e nella quale verranno spiegate le ragioni che hanno indotto il primo cittadino dimissionario a fare un passo indietro.
Decisive, nel fare recedere il sindaco dalla volontà di dimettersi, sono state non solo le numerose attestazioni di solidarietà giuntegli da più parti e, in particolare, dai sindaci del territorio, dal Consorzio industriale, da sindacati e Confindustria e dal suo partito, ma anche la decisione del presidente della giunta regionale, Francesco Pigliaru, di istituire un tavolo tecnico per discutere l’applicazione della tariffa unica regionale sul ritiro dei rifiuti. L’eccessiva tariffa sulla Tari applicata dal comune di Bolotana per il 2014 era stata, infatti, alla base della legittima protesta da parte dei cittadini e, in particolare, delle categorie produttive e dei commercianti. La protesta popolare aveva, a sua volta, provocato le dimissioni del sindaco messe in atto il 30 gennaio scorso nel corso di una sofferta seduta del consiglio comunale. Nelle settimane precedenti commercianti e artigiani avevano dato vita ad assemblee infuocate chiedendo la rimodulazione a ribasso delle tariffe, che, i alcuni casi, hanno toccato cifre a tre zeri. Nel corso di una manifestazione in municipio, le bollette erano state riconsegnate al mittente. Inutili, se non impossibili, i tentativi di trovare una via di uscita. Così, il sindaco, Francesco Manconi, pur riconoscendo l’eccessivo peso delle tariffe sulla Tari applicate dall’amministrazione comunale, ha preso la decisione di dimettersi motivandole come estremo atto di protesta politica e istituzionale nei confronti dello Stato che avrebbe trasformato i sindaci in “esattori delle tasse”. «Voglio precisare – aveva detto il sindaco all’atto delle dimissioni – che da parte mia non c’è alcuna intenzione di mistificare o nascondere che nella questione Tari sia stata fatta una iniqua ripartizione della quale mi faccio completamente carico e che è stata l’elemento scatenante della decisione di presentare le dimissioni. Le ultime vicende della Tari, che assieme agli altri balzelli colpisce in modo pesante non solo alcune categorie, ma tutta la comunità che ha tutte le ragioni per protestare, mi hanno convinto, tuttavia, della necessità di dare un segnale forte e consapevole. Le dimissioni – aveva sottolineato Francesco Manconi – non sono un atto di irresponsabilità o di vigliaccheria, ma una protesta civile, non violenta, una denuncia verso uno Stato colpevole di averci lasciato soli a fronteggiare una crisi devastante, facendoci diventare parafulmini del malessere sociale. Siamo stati delegittimati dal nostro ruolo e dalla nostra funzione. Siamo stanchi di essere considerati amministratori irresponsabili, costretti a essere controparte dei cittadini».
Dal 30 gennaio scorso erano scattati i venti giorni di tempo, in scadenza oggi, per confermare o ritirare le dimissioni. La riflessione e gli inviti a non dimettersi hanno convinto il sindaco a fare un passo indietro, evitando così l’arrivo del commissario e ponendolo nuovamente di fronte alla necessità di risolvere un problema ancora aperto. E, forse, di rimarginare dolorose ferite sociali.